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I miei due zii - capitolo 1
Data: 10/09/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: aramis2, Fonte: Annunci69
... disse: “E’ bello.” Dopo questa esperienza mi fece promettere di nuovo di non dire niente a nessuno, che potevamo rifarlo ogni volta che volevamo e di andarlo a trovare a casa sua. Mi pagò per averlo aiutato, quando tornai a casa mia mamma mi chiese se era andato tutto bene e quando gli dissi che lo zio mi aveva pagato per averlo aiutato, disse che non avrebbe dovuto farlo ma che doveva essere stato contento di me. Sorrisi e dissi che sapevo che lo era stato. Dopo la prima volta ebbi dei ‘divertimenti’ sessuali con mio zio pressoché ogni settimana e di tanto in tanto anche due volte la settimana ma molto dipendeva dal fatto che fosse lui a venire a casa mia oppure andavo io a casa sua. Lui lavorava molte ore, io andavo a casa sua senza sapere se c’era o no ma se c’era non appena apriva la porta e mi vedeva, capiva perché ero là. Mi stuzzicava un po’ e dopo che mi ero tolto la giacca mi portava nel soggiorno, mi faceva sedere sul suo grembo e mi chiedeva perché ero lì. Io mettevo un braccio intorno al suo collo e gli dicevo che volevo vederlo per sapere se stava bene. Chiaramente dato che gli ero in braccio lui poteva aprire la cerniera dei miei pantaloni e metterci dentro le dita dentro per stringerlo o, se portavo pantaloncini, spingeva una mano sotto una delle gambe e me lo stringeva così. Mi teneva in grembo mentre continuavamo a parlare e di solito mi chiedeva di sbottonargli la camicia. Ricordo che il suo torace era piuttosto peloso ed aveva un odore virile. ...
... Mentre gli sbottonavo la camicia lui faceva lo stesso con me e me la toglieva. Mi carezzava il corpo e mi piaceva sentire le sue grandi mani su di me. Mi tirava a se e mi piaceva sentire i peli del suo torace contro il mio corpo liscio. Aveva le mani libere e, mentre lo sentivo diventare duro attraverso i suoi pantaloni, mi apriva pantaloncini o pantaloni e mi diceva di alzarmi per potermeli tirare giù. Spalancava le gambe per permettermi di mettermi in mezzo e potermeli tirare alle caviglie. Ne godevo perché sapevo che gli piaceva guardarmi e lui sembrava sempre lieto quando mi vedeva. Io portavo sempre mutande di cotone bianco a Y ed il mio piccolo cazzo era sempre molto duro sotto la copertura di cotone. Mi faceva girare, mi riportava a se, mi tirava le mutande alle caviglie e mi diceva di uscirne ma di restare con la schiena verso di lui. Mentre lo facevo lo sentivo dire tra di se cose come: “Oh sì, sei il mio ragazzo favorito” o “Hai un così bel sedere” e altre cose. Metteva le mani sui miei fianchi, poi mi carezzava scendendo alle gambe e risaliva. Qualche volta, mentre lo faceva, mi diceva di allargare le gambe, ne carezzava l’interno e faceva correre le mani sul mio sedere. Dopo un po' metteva una mano sotto di me e mi prendeva alla stesso tempo le palle e l’uccell che era duro e tirandomi indietro mi baciava il sedere dicendo: “Sei così dolce” “Sai che ti voglio, non è vero?“ “Sì zio Giovanni ed anche io ti voglio” A questo punto mi diceva di voltarmi e vedere la sua ...