L'emiro iv
Data: 12/05/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Foro_Romano
(segue)
Non posso descrivere quanto ero felice. Con un uomo maturo, forte, che mi amava senza essere geloso e che mi permetteva di farmi scopare da chiunque volessi. Cosa potevo chiedere di più? E mi lasciai andare tra le sue braccia.
Rimanemmo per un bel po' così, io ed Omar (così si chiama). Mi disse che anche lui era molto felice. Io ero proprio quello che stava cercando. Un bel ragazzo adolescente, che dimostra meno della sua età, dalla pelle bianca, biondo (in verità mi potrei definire più biondastro, ma gli andava bene lo stesso), con un bel culetto voglioso e che, facendo sesso, si trasforma in una troia ninfomane. In più dice che ho degli occhi che lo infiammano ed un buchino che, benché capace di prendere grossi calibri, ogni volta che cominciavamo, lo ritrovava sempre così chiuso che gli sembrava di sverginarlo. Ogni volta. Sarà stata l'elasticità dei miei giovani muscoli.
Dopo un po' di coccole, durante le quali presi ancora più coscienza di quanto fosse meraviglioso il suo fisico cinquantenne. Alto, proporzionato e tonico e non troppo magro.
Aveva una ricca barba corvina ed un notevole torace ricoperto di pelo brizzolato non troppo lungo ma che si estendeva per tutto il corpo, accentuandosi sul petto collegato all'ombelico da una striscia che poi si perdeva nella foresta del pube. Qui, poi, spuntava prepotentemente l'oggetto del desiderio, la vera fonte del piacere, un cazzo piuttosto grosso e lungo anche da moscio capace, in quei momenti, di ...
... trasformarsi in un ariete superbo, prepotente, affamato e mai sazio, capace come nessuno di farmi soffrire dal piacere. Senza dubbio soddisfava tutti i miei sogni ed i miei desideri.
Mi scossi. Si stava facendo tardi. Il suo assistente mi avrebbe riaccompagnato a casa. Lo lasciai con la promessa che sarei tornato il giorno dopo. Era venuto per me e non mi passava neanche per la mente di deluderlo.
Durante il tragitto in macchina, l'assistente mi confidò che per lui l'esperienza con me era stata eccezionale e che solo il ricordo lo eccitava ancora. Mi prese la mano per mettersela sulla patta e potei constatare che quello che diceva era la verità. Avrebbe voluto che, infrattati da qualche parte, gli facessi un pompino ma era veramente tardi e, controvoglia, gli dissi di no ma non sarebbero certo mancate altre occasioni.
Ai miei dissi che, grazie ad Internet, avevo trovato un lavoro amministrativo a Dubai, come segretario di un emiro e che sarei dovuto andare tutti i giorni a fare una specie di concorso e che ero deciso a sbaragliare la concorrenza (che però non c'era). Anche se dispiaciuti della lontananza che ci sarebbe stata, anche loro desideravano per me una buona sistemazione lavorativa che in Italia, dovevano ammettere, è praticamente impossibile.
Così ogni giorno, per una settimana, Hammed, l'assistente, mi veniva a prendere per portarmi in quello che era il mio nido del piacere. Il mio buchino si abituò ad essere conquistato continuamente dal mio insaziabile uomo ma ...