Il venditore ambulante 2 - le origini - i
Data: 14/05/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Soundserio
Avevo circa quindici anni quando per la prima volta ebbi il coraggio di masturbarmi pensando a un uomo. Capii da molti anni prima che qualcosa in me non andava, o meglio, a differenza dei miei compagnetti mi sentivo completamente attratto e incuriosito dal corpo maschile. Spesso l’uccello mi diventava duro nelle ore più improbabili della giornata: mentre guardavo qualche attore in tv, sfogliando riviste di intimo maschile o semplicemente quando il mio sguardo incrociava quello di un uomo per più di tre secondi. La prima dedica di piacere fu per il bidello della scuola. Era un giovane trentenne dal viso pulito, portava gli occhiali da vista che sormontavano un naso poco pronunciato, due labbra scure e un capello nero spettinato cadeva sul volto. Fisicamente non era grosso, ma neppure magrissimo. Non so per quale motivo quel ragazzo mi piacesse. Non era tanto il suo aspetto fisico ad attrarmi, ma il suo modo di parlare e fare le cose. Era intrigante e coinvolgente. Se solo sapesse cosa tutto macinavo con la testa probabilmente non mi avrebbe rivolto parola. Da quel giorno iniziai a dedicargli innumerevoli seghe, una volta persino nel bagno dello stabile scolastico mentre in classe si svolgeva la lezione di matematica. Gli anni passarono da quella prima sega e con il tempo i protagonisti delle mie fantasie cambiavano diventando sempre più numerosi.
Militari, marinai, guardie, carabinieri, camionisti ect ect.. insomma di certo le fantasie non mancavano. A diciotto anni ero ...
... ancora uno sportivo, da diversi anni facevo parte della squadra calcistica del paese. Da poco tra noi arrivò un nuovo compagno di squadra. Si chiamava Alessandro, anche lui aveva appena compiuto diciotto anni, era poco più alto di me e fisicamente era davvero in forma, oltre al calcio praticava anche ginnastica libera. Il suo corpo era muscoloso, pettorali e addominali scolpiti, glabro. I suoi occhi erano verdi, il viso pulito e i capelli sempre arruffati. Indubbiamente quel ragazzo non passò inosservato ai miei occhi. All’epoca anch’io mi tenevo pulito e delicato radendo la pelle. Con quel ragazzo si instaurò subito un bel rapporto amichevole, entrambi centrocampisti, avevamo trovato un’ottima sintonia sia nel gioco in campo sia fuori. Il nostro allenatore spesso ci riprendeva perché noi due insieme eravamo sempre una festa. Un giorno infatti Federico, il nostro mister, ex calciatore sulla quarantina ben portati, durante un allenamento ci punì per le nostre distrazioni –“Voi due, trenta piegamenti e andate pure a fare la doccia, oggi non parteciperete alla partita di fine allenamento. Aspettate pure il resto della squadra negli spogliatoi”-. Io e Alessandro dispiaciuti dalla decisione andammo all’angolo del campo e sotto l’occhio vigile di Federico ci prestammo a fare quegli esercizi. Quando finimmo il mister dalla parte opposta ci fece cenno con mano di smammare via negli spogliatoi. Durante la corsa verso le docce io e Alessandro riprendemmo a giocare e scherzare –“Chi arriva ...