1. Freddo


    Data: 11/09/2017, Categorie: Etero Autore: Diana Morgan, Fonte: RaccontiMilu

    Se ne stava lì seduta, con lo sguardo nel vuoto, dondolando i piedi oltre la spalletta del canale. All'improvviso una folata di vento la fece ritrarre di scatto e urtò inavvertitamente la birra poggiata accanto a sé, che cadde nell'acqua gorgogliando."Cazzo!" imprecò.Era mezza piena. Poi scoppiò in un pianto dirotto.Claudio l'aveva osservata dal momento in cui si era avvicinata a qual tratto di spalletta, camminando rapida, aveva anche perso un sandalo durante il tragitto. Aveva gli occhi rossi e gonfi e il mascara le era colato lungo le guance. Il naso le gocciolava e tirava continuamente su, asciugandosi di tanto in tanto con il dorso della mano dopo aver cercato invano nella borsa i fazzoletti. Nonostante immaginasse che non fosse al suo meglio, c'era qualcosa in quella ragazza che lo aveva colpito fin da subito: minuta, abbronzata, capelli mossi scoloriti dal sole tirati su alla bell'e meglio con una matita. Al polso aveva dei braccialetti d'argento che tintinnavano ad ogni tentativo di asciugare gli occhi o il naso. Approfittò di quel momento per avvicinarsi, staccandosi dal suo gruppo d'amici che lo guardavano perplessi e un po' complici."Ciao, mi chiedevo se ti andasse di finire la mia birra, è la seconda che prendo e a me non va più.""No, n-no, io non... s-sì, io... scusami" sospirò con la voce ancora rotta dal pianto "Scusami, non sono dell'umore adatto.""Non ti preoccupare. Io mi chiamo Claudio."A quel punto la ragazza sollevò lo sguardo e Claudio poté vedere i ...
    ... suoi occhi d'un azzurro intenso, chiarissimi nonostante la fioca luce del lampione accanto a loro."Silvia, piacere di conoscerti. Non è stata una buona giornata per me. É ancora valida la tua proposta per la birra?"Senza neanche aspettare una risposta gli sfilò la bottiglia di mano e la bevve tutta d'un fiato, facendone cadere un po' sulla canottiera bianca, la quale bagnandosi permise a Claudio di intravedere il colore del reggiseno: azzurro chiaro, come i suoi occhi. Nonostante iniziasse ad avvertire un formicolio al basso ventre, continuò a guardarla dritto in faccia e le chiese se per caso avesse voglia di raccontargli che cosa le era capitato."Mah, si fa presto" disse Silvia stringendosi nelle spalle per il freddo "il mio ragazzo mi ha lasciata. Più o meno mezz'ora fa. Sono scesa dalla macchina e sono corsa via, ed eccomi qui. Ho anche dimenticato il mio golfino, vaffanculo!"E iniziò di nuovo a piangere, più per la rabbia che per il dispiacere."Dovrei avere una felpa in macchina, se ti va la andiamo a prendere.""Ti ringrazio, sto morendo di freddo. Dov'è la tua macchina?""Nel parcheggio dietro la chiesa, non lontano."Scendendo dalla spalletta Silvia iniziò ad osservare il suo inatteso benefattore. Com'era diverso da Emanuele! Non poteva dirsi magro ma il modo in cui la maglietta spiegazzata gli ricopriva le spalle le faceva venir voglia di stringerlo per le braccia, come a saggiarne la resistenza. Inoltre era alto, molto più alto di lei. Aveva i capelli scuri, di un nero ...
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