1. Paola


    Data: 17/05/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: sexasis70, Fonte: Annunci69

    Questo racconto non è opera mia. Lo ha scritto la mia amica Paola, troppo timida per prendersene il merito.
    
    I pensieri che girano in testa ad una quindicenne sono vari e turbinosi. Cambiano e si evolvono ad una velocità che non è comprensibile ai ragazzi e, a volte, perfino alle amiche. Le mie fantasie di allora coinvolgevano tutto e tutti. Protagonisti diversi in periodi diversi. Avevo fantasticato su alcuni ragazzi di quinta. Su amici di famiglia. Su attori e, ovviamente, calciatori. La mia fantasia più perversa, però, coinvolgeva Berlusconi. Si parlava tantissimo delle sue amanti, anche minorenni. Era il fascino del potere, l'irresistibile richiamo a sottomettersi al potere e al potente. Avrei voluto essere una dei suoi giocattoli (qualche tempo dopo sarebbero diventate famose come olgettine).
    
    Ma erano solo sogni, mai avrei avuto il coraggio di realizzarli.
    
    In fondo la mia verginità era legata alla mia insicurezza e alla rapidità con cui cambiavano i miei oggetti sessuali.
    
    Renato era un ragazzo di quinta. Uno su cui per qualche giorno si erano concentrate le mie fantasie solitarie. Non era altissimo ma decisamente ben fatto. Caratterialmente era serio, il classico ragazzo con la testa sulle spalle. Avrebbe frequentato l'università e di certo si sarebbe laureato. Sarebbe diventato un professionista affermato con una buona moglie ed una famiglia perfetta. Ecco avevo già programmato tutta la sua vita. A volte ponendomi come moglie a volte come amante a volte ...
    ... come semplice spettatrice. Un giorno, però, accadde una cosa che la mia inguaribile insicurezza non mi aveva mai permesso neppure di fantasticare. Renato mi inviò un sms. Frase banale ma simpatica. Ma che cosa poteva volere da me? In fondo parlavamo pochissimo e il mio numero ce l'aveva solo perchè una sera mi aveva accompagnato ad una pizza in comitiva.
    
    In fondo, però, lui era un bravo ragazzo. Di questo ero certa. Così accettai. Un'ora dopo passeggiavamo al parco vicino la scuola.
    
    Era un tiepido pomeriggio primaverile. Il parco era di buonumore con i suoi alberi fioriti. Passeggiavamo parlando del più e del meno. In realtà parlava solo lui e non ircordo neppure di che cosa. Non lo ascoltavo. I miei pensieri erano di nuovo volati via senza controllo. Pensavo alla sua bocca. A quanto avrei voluto sentire il sapore della sua lingua. A quanto avrei voluto sentire le sue mani accarezzare il mio corpo. A quanto avrei voluto che lui ammirasse il mio corpo nudo.
    
    Si, ecco, quella era la cosa che avrei voluto di più in quell'istante: essere nuda davanti a lui e ricevere la sua attenzione e la sua ammirazione.
    
    Ma io non mi sentivo bella. Mi ritenevo inguardabile. Mi sbagliavo.
    
    "Allora che ne pensi?" mi chiese ad un certo punto. Mio Dio, di che cosa stava parlando? "Beh, non so..." dissi cercando di prendere tempo.
    
    "Ma dai! Un'idea su Marco e Giulia te la sarai fatta, no? In fondo lei con te ci parla..." Ecco la spiegazione di tutto. Renato voleva informazioni sui nuovi ...
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