1. La porta a vetri


    Data: 21/05/2018, Categorie: Etero Autore: enea, Fonte: RaccontiMilu

    La porta a vetri si apre cigolando, entro lentamente in quello che una volta era il salotto.Una luce fioca che filtra dalle tapparelle leggermente alzate e mi permette di non inciampare. Tutta la stanza è a soqquadro, piatti distrutti, sedie cadute, tende strappate, il pianale di cristallo del tavolino davanti al divano in frantumi, le schegge di vetro e di ceramica sparse su tutto il pavimento.Dietro di me un baritonale indistinto borbottio di gente.Chiudo lentamente la porta e il chiacchierare indistinto scompare.Adesso riesco ad udire dei singhiozzi provenire da dietro il bracciolo del divano.Mi avvicino e ti scorgo.Sei li, in lacrime, rannicchiata, le gambe al petto e le braccia serrate attorno. I capelli sciolti, il volto chino sulle ginocchia.Ti sei nascosta li, in quello che è stato il tuo piccolo rifugio fin da quando avevi 4 anni e papà ti sgridava per le marachelle combinate. Scappavi li dietro a piangere, �a pensare� come diceva mamma.Quanto tempo è passato da allora. Adesso che sei donna mi fa ancora più strano vederti li.Oso pronunciare il tuo nome, oso rompere il silenzio del tuo pianto.Al suono della mia voce alzi il capo e cerchi il mio sguardo con i tuoi occhi gonfi di lacrime.Sei bellissima.L�abito bianco cercato tra mille negozi e scelto tra milioni di modelli ti rende bella come un angelo.Il mascara sciolto dalle tue lacrime che cola sulle guance è la prova di quanto sei fragile adesso e ti rende ai miei occhi ancora più bella.Mi inginocchio di fronte ...
    ... a te in silenzio.Il tuo sguardo e il mio sono le uniche parole che ci scambiamo.Nel silenzio della stanza mi avvicino a te spostando con le ginocchia i pezzi di vetro.Le tue braccia si staccano dalle tue gambe e si tendono verso di me.Mi abbracci.Ti abbraccio.Il tuo profumo, quello che usi da una vita, a cui dovrei essere ormai abituato, mi inebria e mi stordisce.La tua fronte raggiunge la mia spalla destra, i tuoi capelli carezzano il mio viso.Ti tengo stretta a me come non accadeva ormai da un secolo. Con una mano ti carezzo dolcemente il capo.Cominci nuovamente a piangere. Mi stringi ancora più forte e liberi tutto il dolore che hai dentro.Aspetto con pazienza che tu torni a calmarti un po�.�Io là fuori non ci vado!� � Mi sussurri tra un singhiozzo e l�altro.Le tue parole mi strappano un sorriso.Fino a ieri ti vedevo ferma nelle tue convinzioni: la ragazza perfetta che dopo otto anni di impeccabile fidanzamento decide di coronare il suo sogno con una sfarzosa e solenne cerimonia, la famiglia, il marito, i figli. Sembravi così sicura di te e dei tuoi obiettivi che adesso sentirti e vederti in questo stato mi fa sorridere.�Perché?� � Oso chiedere carezzandoti con una mano la schiena.�Io�io�� � balbetti con la voce roca � �io non voglio!�Poi ricominci a piangere. Lascio che le tue lacrime bagnino il mio vestito, continuo a massaggiare la tua schiena passando le mani tra i merletti del vestito e la tua pelle liscia come una pesca. Resto immobile a stringerti, aspetto che il ...
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