Mi spiace, ma non mi dispiace
Data: 22/05/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: M. McD
... un po' più del previsto a ricordare ciò che dovevo fare. "Uno. Grazie signore" La pelle stimolata stava già formicolando dalle sculacciate precedenti, ma non ebbi modo di soffermarmici a lungo perché subito arrivò il secondo schiaffo. "Due.Grazie signore" Tre, quattro, cinque. Controllo in mezzo alle gambe per controllare il tasso di umidità e via il sesto, il settimo e l'ottavo. "È già così rosa" mormorò quasi a se stesso, come se si stesse gustando le parole e volesse mordermi le carni, che a quel punto dovevano avere proprio un colorito invitante. Ciaff. "Nove. Grazie signore" Ciaff. "Dieci. Grazie signore" Mi smanacciò con forza il sedere, allargandomi ogni tanto le natiche ad esporre il mio ano all'aria. "Puoi smettere di contare per i prossimi" disse ad un tratto e giù colpi velocissimi, alternando prima una natica e poi l'altra. Mi resi vagamente conto che la destra ne prese più della sinistra, ma chi ero io per fare rimostranze? Dopo un bel po' di questa pioggia battente sulle mie povere chiappe, riniziò a massaggiarle, stavolta delicatamente. Una mano scese tra le gambe. Ero fradicia e vogliosa. La lussuria che bruciava più della sculacciata appena ricevuta. "Brava la mia bimba. Ti meriti una ricompensa" e inginocchiandosi davanti alle mie gambe spalancate, con una mano mi accarezzò le grandi labbra e con l'altra si spostò sul mio clitoride, stuzzicandolo con tocchi leggeri. ...
... Ero così eccitata che iniziai a tremare sotto i suoi attacchi combinati, cercando di trattenere l'orgasmo e lamentandomi sommessamente. Poi sentii le sue labbra sulle pieghe tenere e umide della mia intimità, poi la lingua le seguì e, sorpresa, venni senza potermi trattenere più a lungo. Ero sconvolta dall'intensità dell'orgasmo dalla repentinità con cui l'avevo raggiunto. Mi accasciai sul tavolo, mentre lui si rimetteva in piedi e mi accarezzava i capelli. D'un tratto li afferrò fermamente, ma senza farmi male, e intimandomi con quel gesto di alzare la testa, si abbassò per guardarmi in faccia. Sentii la sua erezione premermi contro il fianco. "Allora, adesso andrai a quelle benedette lezioni?" mi chiese guardandomi negli occhi con uno sguardo di ammonimento. Io sorrisi e poi scossi la testa, negando. "Piccola sfacciata" sibilò, attirandomi a sé sempre con la mano tra i miei capelli e baciandomi con trasporto. "Vedo che la lezione non è bastata. Andiamo in camera da letto allora, conosco metodi più persuasivi" La promessa dietro quelle parole era allettante. Mi accompagnò tenendomi per i fianchi fino al nostro letto e una volta lì mi spinse a pancia in giù. "Guai a te se provi a muoverti" minacciò bonariamente, aveva un sorriso divertito sulle labbra e io capii che la serata era appena iniziata. Quello che accadde una volta che si fu svestito ed ebbe chiusa la porta è un'altra storia!