1. La mostra


    Data: 23/05/2018, Categorie: Etero Autore: DolciPerversi, Fonte: Annunci69

    ... l’amante, doveva rimandare troppe cose, pensò, ma sapeva anche che non poteva dirle no. Non era uno stupido, per non insospettirla doveva dirgli si. E sì disse.
    
    - Basta torniamo presto però, ho partita di calcetto alle 21! - si affrettò a dire indispettito.
    
    Voleva salvare l’appuntamento con Silvia, almeno quello pensò!
    
    E così andarono quel giovedì.
    
    Preso dai suo pensieri non notò che sua moglie era diversa dal solito quel giorno. Aveva un vestito scollato. Il suo seno usciva fuori formando davvero un quadro di Tamara de Lempicka. Reale e definito.
    
    Una gonna rossa sopra il ginocchio, calze nere, un trucco curato e una coda ai capelli che lui detestava. Ma non poteva negare che era bella quella sera.
    
    Entrarono. Lei gli disse:
    
    - Caro, vado in bagno un attimo!
    
    -Ok, ma proprio ora!? Fa presto, ricordati che alle 19 massimo devo ripartire!
    
    Passarono minuti, si spazientì. Provò a chiamarla al cellulare ma era spento!
    
    - Ma cazzo! Dove cazzo è andata?
    
    Cercò il bagno, non lo trovò. Era immenso quel salone, da perdersi. Poi quel giovedì c’era pochissima gente. Domandò ad un addetto alla reception. Che lo accompagnò.
    
    - E’ due ore che la cerco cavolo, gli disse sorridendo, ho partita di calcetto alle 21!
    
    L’addetto abbozzò un sorriso con la bocca. Camminarono per quei corridoi per molto. Sembrava un ospedale deserto.
    
    - Eccolo, prego, laggiù in fondo a destra, poi ancora avanti segua indicazioni.
    
    Girovagò per un po' Carlo.
    
    - Mi sono perso ...
    ... cazzo! Ma dove cazzo mi ha mandato?
    
    Nel silenzio di quei corridoi così inquieti, da una porta uscivano dei rumori.
    
    Il corridoio amplificava tutto. Non capiva. Anzi capiva, stavano trombando da qualche parte eccome se trombavano! pensò ridendo.
    
    Si avvicinò ad una porta di servizio. Era tutto deserto. Sbirciò dentro. Uno spogliatoio.
    
    Da lontano appoggiato ad un tavolo, l’addetto che lo aveva accompagnato era con il cazzo in mano ed una donna in ginocchio lo succhiava.
    
    - Cazzo pensò, ma guarda questo qui!
    
    Apri un po più la porta per vedere meglio, qualcosa vedeva ma sopratutto sentiva...
    
    L’uomo sfilò il perizoma a quella donna con i capelli che le scendevano nel viso e si mise a leccarla.
    
    Come godeva quella troia! Disse Carlo.
    
    Sapeva farci quell’uomo, girò la donna, che aveva un seno prorompente che le usciva dal reggiseno nero. Lui prese quei seni in bocca e li leccò bene, succhiando avidamente quei capezzoli così grandi. E lei gemeva…oh come gemeva quella troia!
    
    La parola troia era diventata l’unico pensiero fisso di Carlo. Che si eccitò.
    
    Non c’era nessuno, cominciò a massaggiarselo da fuori i pantaloni.
    
    La donna implorò il custode di scoparla e lui lo fece e bene. Gridava, gemeva forte…
    
    -Nel culo ti prego! Mettimelo dentro!
    
    Lui non si fece pregare, le leccò bene il buchetto e le infilò il suo cazzo dentro. Tutto dentro! I gemiti entravano nelle orecchie di Carlo. L’uomo alternava spinte forti a lente, lei lo seguiva gridando e gemendo, ...