1. Il servizio all'università


    Data: 25/05/2018, Categorie: Etero Autore: SweetSweetHolySlut90, Fonte: Annunci69

    ll giornale per il quale saltuariamente lavoro mi aveva richiesto un servizio sull'Ateneo Fiorentino, senza dilungarmi, adesso, troppo sui dettagli dirò semplicemente che un po' scocciato per il mio scarso feeling con gli studenti decisi mio malgrado di iniziare questa via crucis. Avevo deciso per tre pomeriggi in cui raccogliere un po' di materiale sia fotografico che scritto. Il martedì, primo giorno, mi colpì immediatamente una ragazza ricciola, dai capelli rossi con un bel sorriso che sembrava civettare con due ragazzi. Vedevo il suo sguardo attento sia a stuzzicarli sia a vedere l'effetto che sortiva sugli apparentemente casuali spettatori. Ero anch'io fra loro. Aveva una tutina nera ed un paio di sneaker ed un buon profumo di camomilla che notavi non appena le passavi vicino, mentre seduta sul muricciolo sembrava ripetere per un esame. I due ragazzi, sembravano invece più interessati al suo culo ed al suo sguardo. Spinsi al massimo la mia resistenza all'ambiente per poterla osservare maggiormente, ma una chiamata mi riportò sulla terra e più specificatamente all'auto e quindi casa. Il secondo giorno la cercai più volte con lo sguardo ma senza incontrarla mai. Un po' deluso mi avviai verso le macchinette del caffè quando la vidi andare via in scooter con il biondino del giorno prima. Se ci fosse stato modo di incontrarla di nuovo avrei certamente inventato una scusa per parlarle. Faceva caldo il venerdì, avevo un jeans ed una camicia, ma soffocavo comunque, mi sarei ...
    ... denudato con piacere, entrando dal lato refettorio la vidi che beveva una diet coke, mi avvicinai per dirle una cazzata, quando lei si voltò e mi disse : -Scusa ma tu che stai a fare, che sono due giorni che fotografi?- al che :- Si faccio panoramiche sui culi delle studentesse, ma non lo dire a giro-, che lì per lì mi sembrava di esser pure simpatico, e lei senza nemmeno rispondere, invece, prese ed andò verso l'aula informatica.
    
    Stordito dalla sua reazione nell'immediato non mi resi nemmeno conto che aveva accentuato il suo ancheggiare. Poi si voltò con un dito in bocca, appoggiato sul labbro inferiore, appena sopra il piercing, e sorrise, prima di entrare in aula. Fanculo al pezzo, decisi di entrare. Pochi banchi occupati, qualche NERD, e lei un po' in disparte. Sinceramente se lo raccontassi a me stesso non mi crederei, ma come se niente mi avesse detto, o come se fosse un nostro gioco da una vita, iniziai a sussurrarle nell'orecchio destro che tutti i maschietti là dentro l'avrebbero voluta, io con loro, ed io l'avevo adesso. Cercò di scansarsi, poco convinta, e così iniziai a palparle la coscia, come se fosse la cosa più naturale da fare lì. E' stata, ed è una sensazione strana, ma mi piaceva l'idea di prenderla lì, che gli altri vedessero che era mia, che mi invidiassero, strana ed un po' folle. Lasciò che la mia mano si scaldasse fra le sue cosce mentre mi diceva che quel comportamento doveva per forza esser tipico di una troia, non che me ne curassi, la volevo, questo ...
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