1. Giochi pericolosi (il mio ultimo racconto)


    Data: 26/05/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Edipo, Fonte: EroticiRacconti

    Che poi la colpa di tutto, dissero, era di quella troietta di Elisa, tutta bellina con la faccia angelica che si ritrovava, tutta con l'aria innocente e ingenua, ma poi se si appartava con un ragazzo, era per lui che ti preoccupavi. Certo che Cristina era un tipo pesante da sopportare e prima o dopo Giorgio l'avrebbe scaricata, perché i maschi, si sa, si stufano presto, e una gelosa, possessiva, piena di complessi irrisolti, in perenne lite con i genitori e soprattutto con la madre, forse con il mondo intero, alla fine ti rompe le palle e te ne liberi con somma gioia. E Sandra, che si era costruita una specie di corazza per proteggersi dalla cattiveria e dalla bigotteria altrui, che cercava di vivere la sua vita senza clamori e senza problemi, ci era cascata in pieno, come una scema. Poi c'era Silvia, sempre affamata e sempre in mezzo a tutti gli intrighi, la voce che riportava tutte le novità e ci aggiungeva un pò di veleno. E Brunella, la dolce Brunella... Cristina era ancora vergine quando Giorgio la portò nella soffitta della casa dei nonni. Aveva baciato ragazzi, li aveva accarezzati nelle parti intime e si era fatta toccare nelle sue, ma non aveva ancora avuto un rapporto completo. Il giorno dopo fece la prima scenata perché lo aveva visto parlare con una di seconda B e subito dopo la seconda per colpa di quella malata della prof di inglese che stravedeva per lui. Giorgio aveva capito che il piacere goduto rischiava di essere inferiore ai problemi che quella gli ...
    ... avrebbe creato. Ogni dieci minuti un messaggio, ogni ora una chiamata e quella continua ossessione di controllarlo, di sentirsi dire che la amava e non l'avrebbe mai lasciata. Più che una ragazza era una piovra e lui non sopportava i tentacoli, di nessuno. Sandra era sempre stata attenta a non cominciare storie con le compagne di scuola. La sua situazione era già difficile di suo e non era il caso di complicarla con relazioni che l'avrebbero messa in crisi. Ogni giorno era una lotta in famiglia, con quelle due sorelle più grandi che esibivano la loro femminilità esagerata, con tutti quegli imbecilli che sbavavano dietro le loro minigonne, mentre lei faceva di tutto per essere notata il meno possibile. Non era facile perché era alta un metro e ottanta e il suo fisico prorompente non poteva essere nascosto da pantaloni larghi e giubbotti imbottiti. Forse qualcuno sospettava ma nessuno poteva sapere la verità. Per questo era rimasta interdetta quando un sabato sera, in discoteca, Elisa le aveva chiesto, parlandole a un orecchio: "E' vero che sei lesbica?" "Tu che ne dici?" aveva risposto, non per provocazione ma perché non le era venuto in mente nient'altro. Elisa si era allacciata a lei e l'aveva baciata sulla bocca, suscitando gli applausi entusiasti di ragazzi e ragazze vicini, già fuori di testa per l'alcool e le pasticche. "Ero curiosa di baciare una ragazza," aveva spiegato con l'aria di chi ha appena provato un nuovo gusto di gelato. "Attenta, è un gioco pericoloso" le aveva ...
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