Gaia. piccoli imbarazzi in spiaggia
Data: 28/05/2018,
Categorie:
Etero
Autore: siempreganas
Non sono una naturista, e non uso frequentare spiagge per nudisti; eravamo appena ai primi di maggio ma l'estate sembrava ormai essere arrivata. Ho la fortuna di abitare vicino al mare, e a pochi minuti da casa mia ci sono degli accessi poco conosciuti a delle calette da sogno. Era un martedì, e non dovevo andare al lavoro perché gli uffici erano chiusi per controlli sanitari. Avevo tutta la giornata per me, finalmente. Era tanto che aspettavo di dedicarmi un po' alle mie cose, godere semplicemente della bellezza della mia terra, e rilassarmi con un buon libro. Sapevo che non avrei incontrato nessuno, quindi non mi truccai, indossai un vecchio costume e mi misi giusto due stracci addosso. Ci misi più del solito per arrivare nella mia spiaggetta privata. In realtà non è privata per niente ma mi piace considerarla tale, visto che è conosciuta da pochissimi, e frequentata giusto da qualche turista a luglio e agosto. Ci misi più del solito ad arrivare nel mio angolino preferito, perché volevo assaporare lentamente il tepore dell'aria sulla pelle, il profumo della primavera che mi inebriava, la carezza dell'erba fresca che arrivava fino alle cosce. Ero piena, appagata dalle sensazioni, e stranamente anche un po' eccitata. Arrivai in spiaggia e mi stessi non lontano dalla battigia, assaggiai l'acqua solo con la punta dei piedi, ma era troppo fredda per farcisi il bagno. Il sole era caldo, ma non soffocante, lo sentivo morbido sulla pelle.
Mi guardai intorno, ovviamente non c'era ...
... nessuno. Dietro di me solo il declinare della collina, davanti a me il mare. Mi tolsi il reggiseno, non tanto per garantirmi un'abbronzatura uniforme, ma per sentire dappertutto il delicato pizzicore dei raggi del sole. Ho un bel seno, rotondo ma non troppo mammellare, ha una forma che mi inorgoglisce. Me lo guardo spesso allo specchio, me lo accarezzo volentieri. Appena li liberai, i capezzoli delicati reagirono subito all'aria di mare e al sole. Mi si inturgidirono, provocandomi una strana sensazione, tra il fastidio e il piacere. Sorrisi alla birichinata che mi venne in mente: non volevo privare di quella sensazione nessuna parte del mio corpo, volevo sentirmi totalmente accarezzata dal sole e dalla brezza salmastra. Guardai intorno, e mi spostai un po' più su, un po' più riparata, e mi tolsi anche le mutandine. Ero nuda! Quando l'avrei detto alle mie amiche mi avrebbero presa per pazza. Chiusi gli occhi e sorridendo mi dedicai solo al mio corpo. Lo sentivo rivivere, come risvegliarsi dal letargo invernale, con la punta delle dita mi solleticava le cosce, la pancia, i fianchi. Ero io stessa la primavera. Quando li riaprii, tutto era placido intorno a me, volevo abbeverare gli occhi di bellezza, ma a un tratto sobbalzai, come se d'un tratto quel quadro si frantumasse in mille pezzi. Scattai, cercando i vestiti con le mani, e mi coprii alla bell'e meglio. A un centinaio di metri da me, sulla sinistra sugli scogli che si addentravano in mare, si trovava un ragazzo, anche lui ...