Gaia. piccoli imbarazzi in spiaggia
Data: 28/05/2018,
Categorie:
Etero
Autore: siempreganas
... nudo! Fu indicibile la vergogna che provai in quel momento, non sapevo che fare. Non riuscivo a decidere se rivestirmi velocemente, sperando che nel frattempo non si girasse, oppure restare così, in attesa di vederlo andare via. Ero immobilizzata dall'imbarazzo. Chiusi gli occhi e reagii come mai avrei pensato potessi fare. Mi sdraiai, mi rilassai, e mi comportai come un camaleonte. Ero sabbia, ero vento, ero sole, ero un virgulto di tamerice, una conchiglia rosa, una duna dalle forme levigate. Ero natura, immersa in un sogno di donna, quando percepii il vento parlarmi, salutarmi, dirmi "ciao!". E no, non era il vento, cazzo! Era quel giovane sugli scogli. Mi aveva visto e si era avvicinato. Portava un lungo pareo sulla vita, una vita che notai subito, perché a parte gli addominali scolpiti, aveva quel disegno a V dei muscoli sopra il pube che mi fanno impazzire. Ed ero davvero pazza, perché me ne stavo lì a guardarlo, nuda, incantata. Avrò avuto sicuramente un'espressione tra l'ebete e il terrorizzato, “non devi preoccuparti, non c'è nulla di male, siamo belli, nudi, no? Permetti?”.
Fece scivolare il pareo ai suoi piedi.
Ho 30 anni, e di membri maschili ne ho visti. Non tantissimi, non sono una facile. Ma se dovessi contarli, supererebbero le dita di entrambe le mani. Quello però, da moscio, era uno dei più grandi che avessi avuto la fortuna di avere davanti. Scuro, possente, lo fissavo senza rendermi conto che il giovane se n'era accorto, e accennava un sorriso. Mi ...
... imbarazzai, distolsi lo sguardo e non risposi. Ero nuda, e avevo un uomo nudo davanti, in una spiaggia pubblica, all'aria aperta... e stranamente non ero più in imbarazzo.
Si sedette accanto a me. “mi chiamo Claudio. Sono veneto. Sto girando la Sardegna in moto, e questo posto è davvero il più bello che abbia mai visto”. Sorrideva, ed era rilassato, dolce. Questo mi rassicurò. Cominciammo a parlare, gli dissi il mio nome e che che vivevo lì. Rimase stupito, quasi non credesse che fosse possibile davvero vivere la propria vita nel paradiso. Si distese a prendere il sole, ma era lui stesso il sole. Bello, dolce e maschio allo stesso tempo. Naturale e animale. Chiuse gli occhi, e così potei smetterla di fingere di non guardarlo. Lo percorsi interamente con lo sguardo. Aveva pochi peli sulla pelle già bruna. Le braccia erano forti, da motociclista. Il viso era disteso, mentre accennava un lieve sorriso. Gli occhi mi caddero sul suo membro. Mi accorsi che non era più abbandonato come prima, si muoveva e si inturgidiva. Ero seduta con le ginocchia alzate, le gambe divaricate lasciavano al sole riscaldarmi la passerina, che cominciava a scottarmi. Mi stavo eccitando da morire. Ero eccitata e agitata, il respiro era affannato. Gli guardavo l'uccello che cresceva sempre più, ero ipnotizzata. Avrei voluto sentirne la consistenza. Mi aveva detto che si era buttato in acqua prima, forse era salato di mare... Mi girava la testa, ero bagnata e fremevo. Lui, che era sdraiato accanto a me, ...