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Martina seconda sera
Data: 29/05/2018, Categorie: Etero Autore: silvio
Seguito da “Martina prima sera”. Dopo un buon sonno, ci vediamo in mezzo agli altri a colazione. Siccome non dovevo fare trapelare niente della notte passata, mi limito ad un sorriso e basta. Solita mattinata di parole, incontri, lezioni, passate con gli orecchi ad ascoltare e la mente alla sera prima. A pranzo faccio in modo di sedere al tavolo di Martina e le chiedo premuroso: “Tutto bene?” Lei mi risponde sorridendo “Si, tutto bene, ma questi corsi come sono noiosi! Vorrei essere da qualche altra parte” e si sofferma qualche attimo in più a guardarmi. Capisco che vorrebbe che saltassimo le lezioni e che trovassimo un po’ di tempo per noi. Ma io sono dirigente e non posso proprio mollare. Le rispondo che si potrà riposare la sera. Arriviamo al termine a pomeriggio inoltrato. Con una scusa le passo vicino, apro la cartellina e le mostro un biglietto su cui ho scritto: ”Ti aspetto in camera mia”. Salgo e dopo poco arriva anche lei. La appoggio contro la porta la bacio e le sollevo la gonna. Mi dice: “ Sei uno stronzo, ho avuto una voglia matta tutto il pomeriggio: avevo voglia del tuo cazzo..” Mi scuso ricordandole la mia posizione dirigenziale e le chiedo se si è toccata intanto che con la mano le tocco la figa da sopra gli slip. Lei non risponde, ma la sento ansimare. Con pochi gesti mi slaccio i pantaloni, tiro fuori il cazzo, le scosto il tessuto delle mutandine e la infilo così, mentre lei geme. Dopo un po’ di colpi capisco che la posizione ...
... non è delle più comode, io non sono più un atleta, i pantaloni alle caviglie non aiutano. La faccio scendere, sedere su una poltrona, mi inginocchio tra le sue gambe e continuo a chiavarla. Le faccio tenere su l’intimo perché mi piace sentire l’elastico strisciare sull’asta. Per fortuna il tappeto mi ripara le ginocchia e mi posso dedicare a lei, a fare andare avanti e indietro il cazzo dalla sua figa… Martina geme, io le infilo le mani sotto la maglia, sotto il reggiseno e le palpo e strizzo i capezzoli. La cosa le piace perche gode mentre la spupazzo così. Anch’io sono eccitato, la faccio girare in ginocchio sulla poltrona e la prendo da dietro, ma prima di metterglielo in figa, le premo la cappella sul buco del culo. Martina si gira con la testa sopra la spalla e mi dice: “Quello lascialo stare per il momento, ci pensiamo stasera….” Io mi scarico nella sua figa, inondandola e sporcandole le mutandine. Mi dice: “E adesso? Ho lo slip bagnato, e non ho tempo di andare in camera mia, siamo già in ritardo; come faccio?” Io: “Te lo togli, ti lavi, se vuoi lo lavi e lo stendi qui. Scendi senza slip, così durante tutta la cena ti penso…” Scendiamo a distanza di pochi secondi, una in ascensore, io per le scale. A cena lei si siede in un tavolo con altri dove c’è ancora un posto vuoto. Mi siedo anch’io. Parlando del più e del meno, la guardo e dico: “Si è fatto fresco“ Lei capisce bene, ma non commenta. Dopo cena mi ritiro subito e vado in camera. Non ...