1. Le mutandine dell’amica di mia figlia (cap 7)


    Data: 07/06/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: PifferaioMagico, Fonte: EroticiRacconti

    Dopo un paio d’ore di segregazione, nelle quali - grazie alla lunghezza della catena - riesco ad arrivare dal termosifone fino al lavandino per riuscire a bere un po’ d’acqua, Veronica rientra in bagno e con una piccola chiave mi sblocca le manette. — Sei libero, cane. — Che significa? — dico io. — Per ventiquattr’ore puoi puoi fare quello che ti pare. Ci prendiamo una pausa fino a domani pomeriggio. È la mia mistress che mi ha ordinato così. La sua mistress? Mi sembra davvero un sogno! Ripenso a cosa mi è accaduto nelle ultime ore. La giovane amichetta di mia figlia prima mi tende un tranello per riuscire a imbucarsi dentro casa. Poi mi fa scivolare in un gioco di perversioni, fatto di bende, manette, mutandine da donna, pinze per capelli che strizzano capezzoli e spazzolini infilati con dolcezza su per il sedere. Sul più bello, ecco spuntare fuori una fantomatica mistress e una pausa ben peggiore di un coito interrotto. — Allora, Veronica, ci vediamo domani. Un nuovo schiaffo mi colpisce in pieno sulla guancia sinistra. — Ci prendiamo una pausa — dice seriosa — ma io non smetto di essere la tua padrona, cazzo! Resto stordito, ma anche eccitato. Mi piace questa sequenza labirintica, dove nessuno capisce la direzione della storia. — A domani, padrona — sussurro allora con gli occhi bassi. Mi accorgo di avere ancora indosso le sue nuove mutandine rosse. — Vieni qua — dice lei. Ma senza attendere risposte, colpisce con la mano i miei capezzoli, facendo cadere in terra le ...
    ... due pinze squarcia-carni. Un formicolio misto a dolore puro mi si irradia lungo l’ampiezza del torace. Faccio uno scatto con il collo. — E bravo il mio schiavetto. Riposati che ti vedo un po’ stanco. Prima però ti ho preparato la cena. Si dirige in cucina e io la seguo affascinato da ogni singola sua mossa. Dove avrà imparato così bene l’arte della dominazione? E questa mistress nominata, chi è? — A quattro zampe come un cane! — mi ordina. Da una vaschetta di alluminio trovata in frigorifero, Veronica afferra una coscia di pollo semi-congelato, se la rigira un po’ e poi la addenta, guardandomi con arroganza. Sorride e mastica nello stesso tempo. Dopo una trentina di secondi, Veronica risputa lentamente la poltiglia nella stessa vaschetta grigiastra. — Ecco la pappa per il mio cagnolino — dice soddisfatta. Prende la mia testa e la dirige verso il pavimento. Io prima odoro e poi aspiro una porzione di pollo insalivato. All’improvviso mi afferra per i capelli tirando verso l’alto. — Aspetta, il pollo freddo non è buono… Si accovaccia sopra la vaschetta, scosta le mutandine bianche e… piano piano… inizia a pisciarci dentro. Un paio di spruzzate possono bastare. — Ora sì che i bocconcini sono della temperatura giusta! — Riabbassa la mia testa e mi lascia grufolare come un animale selvatico. *********************** Il mattino seguente (dopo aver fatto due-tre docce ghiacciate per riprendermi) decido di affacciarmi in ufficio soprattutto per distrarmi dal pensiero ossessivo di aver ...
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