Il lavoro di lucy
Data: 07/06/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Topola
Lucy stava finendo di riordinare la scrivania del suo ufficio riponendo i contratti immobiliari rigorosamente in ordine alfabetico, quando il telefono interno squillò.
"Cara ti prego di venire nel mio ufficio per sbrigare quella faccenda urgente" - disse la voce del suo capo in maniera gentile ma perentoria, che non ammetteva certo di accampare delle scuse.
Si alzò, si riassettò il vestito e si incamminò lungo il corridoio sentendosi gli occhi dei colleghi puntati addosso.
Lucy infatti era una donna bella ed elegante, lunghi capelli biondi le ricadevano sulle spalle, aveva gambe lunghe e fianchi snelli. Il suo stile nel vestire e nel parlare non passava certo inosservato.
Quel pomeriggio camminava sicura lungo quel corridoio, stretta nel suo tailleur nero; una scollatura audace lasciava volutamente intravedere i seni pieni e bianchi.
Entrò nell'ufficio di Augusto, l'amministratore della società, con un sorriso stampato sul viso nonostante sapesse bene di quale faccenda il capo volesse parlarle.
Come tutte le altre volte, prese dal tavolino la bottiglia che era nel secchiello del ghiaccio e si avvicinò alla grande scrivania. Quando si chinò per riempire i bicchieri, Augusto non perse l'occasione di incollare gli occhi su quelle sfere sode e continuò a fissarle mentre brindavano insieme.
Si mise seduta di fronte a lui con le gambe morbidamente incrociate. La gonna, scivolando un po' troppo in su, lasciò intravedere il bordo di seta delle calze ...
... autoreggenti finissime e trasparenti che inguainavano le cosce.
Lucy era cosciente di quello che stava accadendo, perché il rituale si ripeteva sempre uguale ormai da mesi tra lei e il suo capo.
Augusto forse da giovane era stato un bell'uomo, ora era un distinto signore sulla cinquantina, leggermente sovrappeso e con pochi capelli. Aveva un debole per le donne e per questo le sue dipendenti lo temevano ed evitavano di trovarsi da sole con lui. Lucy no...non lo aveva mai temuto, anzi ora era sicura di averlo in pugno e di potergli chiedere qualunque cosa.
Lui non la toccava mai; per eccitarsi gli bastava guardarla muoversi in maniera sexy, gli bastava sentire il suo profumo e la sua voglia cresceva. Lei dal canto suo conosceva il gioco e si prestava a farlo da vera professionista: lo guardava ammiccando maliziosamente, si passava la lingua sulle labbra, si accarezzava il seno titillando i capezzoli, ma non si spogliava mai del tutto.
Anche da lontano riusciva a vedere il cazzo che si gonfiava e che gli premeva sotto e solo a quel punto iniziava ad avvicinarsi.
E così fu anche quella sera. Fece tre passi ancheggiando sui tacchi a spillo e tenendosi un capezzolo duro tra le dita. Appoggiò una mano sul malloppo ancora chiuso nei pantaloni, soppesandolo e stringendo dolcemente. Si inginocchiò davanti a lui per baciargli il cazzo attraverso la stoffa e alitargli sopra fiato bollente.
Augusto la guardava dare piccoli baci e sensuali leccatine al tessuto tirato e si sentiva ...