1. Pelle e seta


    Data: 10/06/2018, Categorie: Etero Dominazione / BDSM Autore: darth dominus, Fonte: RaccontiMilu

    In ritardo, forse lo faceva apposta, mi infastidisce aspettare, ma era arrivata, il suono del citofono l�annunciava, non chiesi niente, sapevo chi era , l�aspettavo, le uniche parole che pronunciai furono �terzo piano, troverai aperto�. Entrò nel moderno e lussuoso appartamento guardandosi in giro, io ero li in piedi in fondo al corridoio fissandola negli occhi, quando se ne accorse abbassò lo sguardo e fece per parlare ma la fermai �zitta, non dire niente, sei in ritardo e sai che meriti una punizione�, venne verso di me, le indicai il salotto e mi sedetti sul divano, lei era li davanti, senza guardarmi, in attesa. La osservai per bene, nel suo tailleur da ufficio, scarpe con il tacco, elegante�. �spogliati�, fu allora che alzò lo sguardo come per interrogarmi, ma cominciò togliendosi la giacca, fu la volta delle scarpe ma la fermai subito �no, quelle le tieni�, proseguì sempre più curiosa, era la volta della gonna e poi della camicetta, rimase in intimo, era estate e non portava calze �cosa aspetti, non mi sembra di averti detto di fermarti�. Era titubante, ma slacciò il reggiseno e poi fu la volta delle mutandine, non aveva timore, si fidava di me, forse erano le mie intenzioni ad intimorirla. Era stata dall�estetista, l�avevo chiesto io e mi faceva piacere che avesse eseguito, era tutta liscia e fresca, una bella quarantenne, l�osservai bene, dalla punta dei piedi salendo, il suo pube, il suo ventre, i seni�il collo e il suo viso, un insieme armonioso e piacevole. ...
    ... Distolse lo sguardo quando arrivai ai suoi occhi, la tentazione era di alzarmi e baciarla, ma non eravamo li per quello. �Inginocchiati�, eseguì senza fiatare, i suoi capezzoli turgidi tradivano la sua voglia, le porsi una striscia di seta nera, ancora una volta il suo sguardo incrociò il mio �bendati�. Era titubante ma io ero fermo sulla mia posizione, la guardavo e facevo in modo di non tradire le mie emozioni, ancora una volta obbedì, mi assicurai che l�avesse fato per bene e passai la mano tra i suoi capelli, sfiorai il suo collo con le dita, le spalle, scesi a disegnare cerchi intorno ai capezzoli per poi tornare sui suoi capelli raccolti in una coda, mi alzai e mi misi dietro di lei, presi le sue braccia portandole dietro la schiena e con una tecnica shibari, l�antica arte giapponese della legatura, unii tra di loro gli avambracci con eleganti disegni di corda rossa intrecciata, mi misi davanti a lei e mi spogliai, in quella posizione non poteva muoversi molto, ero in piedi davanti a lei quando presi la coda dei suoi capelli facendole reclinare il capo all�indietro, la sua bocca si aprì e io lo infilai direttamente in gola. Cominciò un avanti e indietro lento e profondo, prolungato, sentivo i suoi gemiti quando affondavo ma sapevo quando fermarmi, non era ancora il momento di venire e mi fermai. �Vieni con me�,le dissi rimettendomi dietro e aiutandola ad alzarsi, la condussi ad un tavolo in vetro lungo e stretto, perfetto per la mia idea di quel pomeriggio , tenendola per un ...
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