Soft
Data: 15/06/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Dacom70
“Cala questo sipario
Perdo di me stesso
vivo nel riflesso”
Una commedia andata avanti per quasi due mesi fatta di messaggi, poche telefonate, qualche foto che mi concedeva solo raramente e comunque mai esplicite. Un paio di scarpe nere con tacchi vertiginosi, guanti di seta, un piede con le unghie ricoperte da uno smalto perlato, viola. Solo una volta ho potuto fantasticare sul suo aspetto fisico attraverso una foto che ritraeva una spalla sulla quale era evidente un tatuaggio che rappresentava un nodo, era un nodo piano, lo conoscevo. Ora questa commedia finalmente è giunta alla fine, sono qui seduto su un divano in una sera calda, afosa, stavo sudando, ero solo ad aspettarla in questa stanza spoglia, io ed il divano nemmeno troppo comodo. Ho perso la cognizione del tempo, non ero io, non ero presente, non c'era la realtà, la materia, la ragione. Ero allerta con tutti i miei sensi che cercavano di interpretare ogni piccolo rumore attorno, immaginando la sua apparizione il suo gioco con le sue regole. Vivevo solo nel riflesso della sua mente come un enigma da risolvere per passare al livello più alto, per meritarla, per averla.
“Immagine del tuo corpo
come terra sconosciuta
pioniere di una notte”
Una porta che si apre davanti a me, lascia entrare un alone di luce tenue, rossa, dall'altra parte. Una figura di donna ferma sull'uscio con le gambe leggermente divaricate, ai piedi le scarpe nere con i tacchi, le braccia distese lungo i fianchi con le mani ...
... fasciate dai guanti di seta, non riuscivo a distinguerne il colore. Era la prima volta che la vedevo, mi sembrava alta, più alta di me, un bel fisico, era nuda, vedevo la luce giocare tra le sue gambe, la guardavo avidamente, ero lì per questo, ero un esploratore in missione per una notte. Guidato dalle sue frasi enigmatiche, dalla sua voce, quasi un sussurro, dai suoi capricci per farmi desistere ed ottenere esattamente l'effetto contrario. Ti ho trovato ed ora devo scoprirti accecato dalla curiosità, dall'orgoglio di esserci riuscito nonostante tutto.
“Esplorando con l'istinto
la ragione non ha luogo
provo il tocco sulle labbra”
Sento i suoi passi che si avvicinano, uno, due, tre, ero teso, tutti i sensi allerta, il cuore che scandiva il tempo e la frenetica corsa del sangue dentro le vene. Le gocce di sudore che imperlavamo la mia fronte scendevano lente seguendo il letto di un fiume immaginario sul mio viso.
La sento girare attorno al divano, la seguo con lo sguardo, la luce fioca della porta, rimasta aperta rifletteva sui glutei che seguivano il movimento delle sue gambe, calcolato, deciso, cammina dietro al divano e si ferma alle mie spalle. Sono in balia degli eventi che non sono scritti, dell'imprevisto, dell'incognito. Non ho potuto fare programmi ed ora non ho un piano. Qui non serve la ragione, non è il momento, qui non servono le risposte, non esistono per lei. Ricominciano i passi, la vedo alla mia destra, finalmente viene da me, in piedi, una statua ...