1. Il viaggio


    Data: 18/06/2018, Categorie: Lesbo Etero Autore: Koch_Snowflake, Fonte: RaccontiMilu

    Attraverso il finestrino, l�asfalto deformato dalle gocce di pioggia scorreva davanti ai suoi occhi. Bix poteva rimanere ipnotizzato da quella scena per lunghi minuti, riconoscendo nel suo animo l�inquietudine del viaggio. In quel momento il senso di colpa e l�eccitazione si mescolavano. Bix non poteva saperlo, ma nel profondo del suo animo si sentiva in colpa, per aver lasciato qualcuno, per aver tradito qualcuno che, adesso, fosse costretto ad aspettarlo. Al contempo era eccitato, perché stava facendo qualcosa che, fino al momento della retromarcia del pullman, non avrebbe creduto fosse stato in grado. Partire. Essere un sé altro da se stesso. Scrivere la sceneggiatura, dirigere il suo film, anziché recitare una parte importante in un copione scritto da un altro. Bix ne aveva bisogno.Il modo in cui Veronica impugnava il libro sotto i suoi occhi mescolava, nell�animo di Bix, un amaro senso di colpa a una incalzante eccitazione. L�inquietudine del viaggio profumava del velluto dei sedili del pullman. Veronica aveva incrociato lo sguardo di Bix almeno un paio di volte. Bix per almeno dieci aveva indugiato sul suo decolleté. Veronica leggeva, respirava piano. Il top aderente, nero, tradiva ogni respiro, ogni contrazione e rilassamento della sua cassa toracica. Un� due� un� due� Bix aveva sincronizzato il suo respiro su quello di Veronica. Neppure sapeva si chiamasse Veronica. Veronica batteva le ciglia con regolarità, ogni tanto modificava un tantino la sua posizione, ...
    ... cercando di evitare il torpore delle ginocchia. Talvolta gli dava le spalle, talaltra gli si poneva di fronte, offrendo i suoi seni poco coperti al favore dello sguardo di Bix. Bix affondava il suo sguardo in sorsi sempre più lunghi, al termine dei quali cercava gli occhi di lei per capire se fosse stato scoperto o meno. Sentiva in cuor suo di rubare. Di fruire furtivo di qualcosa che non gli fosse concesso, di qualcosa che non meritava. Veronica non sapeva di saperlo, ma lo sapeva. Intuiva gli occhi di Bix addosso, neppure sapeva si chiamasse Bix. Sentiva come Bix fruisse di quei centimetri scoperti del suo corpo a grandi sorsi ma a corrente alternata. Veronica sapeva che quello era lo sguardo tipico di chi non sente di meritare quel che vede, di un timido insicuro. Veronica si voltò dandogli la schiena. Bix si agitò, prese il suo Kindle, scelse uno dei libri che stava leggendo, prese il cellulare, scrisse qualcosa, controllò le mail, posò il cellulare, riprese il Kindle, mangiò una liquirizia, bevve un sorso d�acqua, guardò Veronica. Un sottile lembo di pelle, all�altezza delle sue maniglie dell�amore faceva capolino. Bix ci si concentrò su. Veronica sentiva distintamente i suoi occhi su di lei.Il pullman accostò a un autogrill. Veronica chiuse il libro e scese. Bix rimase indietro qualche secondo. Fissò il poggiatesta del sedile di fronte al suo. Era rosso, con dei ghirigori amaranto, un motivo ripetitivo e logico. Ripetitivo e logico. Banale e buonista. Si sentì assalire da ...
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