Come mi sbocchino i muratori
Data: 18/06/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: caos_calmo88
Casa mia era poco più di un cantiere in quel periodo, i lavori sembrava non dovessero finire mai! Come se non bastasse faceva un caldo bestiale, nonostante fossero i primi di giugno.
Un via vai di elettricisti, piastrellisti, imbianchini, idraulici e soprattutto… muratori.
L’impresario edile con il quale mio padre si era accordato aveva promesso di mandare i suoi ragazzi migliori, e così fece.
Arrivarono puntalissimi, il primo era un bel torello italiano, alto e massiccio, barba incolta, villoso, occhi e capelli scuri, il classico tipo mediterraneo. Molto loquace e simpatico.
Il secondo era un ragazzo albanese, alto anche lui e ben piazzato, occhi verdi e capelli castani. Al contrario del collega italiano, mi sembrò fin da subito molto riservato, parlava pochissimo e non ti guardava mai negli occhi.
L’italiano aveva uno strappo al cavallo dei pantaloni, ad ogni suo movimento riuscivo a vedere i suoi slip, mi eccitava tantissimo. Ad uno sguardo più attento notai un bel pacco gonfio. Chissà se era consapevole di dare quello spettacolo…? Io credo di si.
Un pomeriggio decisi di passare dal cantiere per vedere come procedevano i lavori a casa mia. Trovai il ragazzo albanese che lavorava. Lo salutai, lui alzò appena gli occhi e accennò un sorriso, asciugandosi il sudore. Provai a parlargli, ma rispondeva a malapena, era molto concentrato sul suo lavoro.
Poco dopo arrivò l’italiano, tutto allegro e sorridente. Anche lui sudato, saranno stati almeno 30° ...
... fuori.
Mi chiese di seguirlo di sotto per avere alcuni chiarimenti sui lavori da svolgere nella taverna.
Aveva ancora gli stessi pantaloni strappati, con galanteria mi fece strada tra i calcinacci e gli attrezzi.
Una volta arrivati di sotto cominciò a chiacchierare in maniera spigliata, mentre io sbirciavo tra le sue gambe.
Lui se ne accorse, senza scomporsi e senza imbarazzo mi disse allegramente: “lo so, ho i pantaloni strappati, mi fumano le palle con questa afa, così si rinfrescano”. Cominciò a ridere di gusto.
Risi anch’io, e scherzando (ma non troppo) gli dissi che poteva togliersi i pantaloni e lavorare in mutande se lo desiderava… il suo sorriso si fece sornione, e con voce allusiva mi rispose che se non avevo problemi lui si sarebbe volentieri calato i pantaloni.
“Niente m’imbarazza”, fu la mia risposta.
Come d’accordo si tolse le scarpe e si sfilò di dosso i pantaloni. “Così è molto meglio”, mi disse soddisfatto.
Aveva delle belle gambe abbronzate, muscolose e pelose al punto giusto. Indossava degli slip neri abbastanza aderenti, che incorniciavano cazzo e coglioni a meraviglia.
Mi aspettavo un invito a farmi avanti, in fondo aveva dimostrato di non essere per nulla timido, anzi.
Invece si girò dall’altra parte per mettere a posto alcune cose.
“Guarda che puoi toglierti anche le mutande se vuoi”, gli dissi serio.
Si voltò lentamente, mi guardo stupito e con un sorrisetto strano mi rispose:
“Bhe, se vuoi puoi togliermele tu.”
Mi misi ...