Come mi sbocchino i muratori
Data: 18/06/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: caos_calmo88
... in ginocchio davanti a lui. Si avvicinò lentamente, fece sfiorare il suo bel pacco al mio viso… sempre di più, sempre più intensamente. Sentivo l’aroma del suo uccello, si stava gonfiando, pulsava, lo stava strusciando su tutta la mia faccia! Tirò fuori una palla e continuò a strofinarmela sulle labbra, sul mento, sul naso, ovunque. Tirai fuori la lingua per assaggiarla: “dopo, dopo”, mi disse.
Sfoderò anche l’altro coglione e mi fece lo stesso trattamento al viso. Intanto il suo cazzo sembrava somigliare ad un paletto di ferro.
“Ti prego, fottimi la bocca”, gli dissi implorandolo.
Con un colpo secco abbassò le mutande, mostrandomi il suo cazzone tozzo, venoso, con la cappella grossa e fradicia. La passò sulle mie labbra umide, era calda e appiccicosa. Mi ci attaccai come una ventosa, succhiandola avidamente, scivolando sempre più giù, in pochi istanti me lo infilai fino in gola.
Mentre gli lavoravo le palle a colpi di lingua sentimmo qualcuno scendere le scale. Non facemmo in tempo a staccarci che ci ritrovammo il ragazzo albanese alle spalle. Ma la sorpresa più grande fu che anche lui aveva il cazzo fuori dai pantaloni! Si stava masturbando spiandoci, aveva deciso di farsi svuotare anche lui.
Senza dire una parola mi schiaffeggiò col suo enorme pistone, un cazzone da cavallo!! Lungo e largo, le palle piene che penzolavano. Presi in mano il cazzo dell’italiano, segandolo. Mi fiondai sulla nerchia del nostro nuovo compagno di giochi. Era così grosso che faticai ...
... non poco per inghiottirlo tutto.
Era irruento, spingeva con forza il cazzo dentro la mia bocca fino a farmi soffocare. Ero al settimo cielo.
Me lo sfilò di bocca, lasciandomi senza respiro. Prima che potessi riprendermi l’italiano ficcò di nuovo il suo randello nelle mie fauci, mentre l’altro si segava quel ben di dio. Glielo afferrai e infilai anche la sua cappella nella mia bocca. Le mie labbra erano indolenzite e la mascella dolorante.
In quella confusione estrema io sguazzavo allegramente, ciucciando con foga i loro cazzi, insieme, a turno, avevo perso il controllo.
Il primo a sborrare fu il muratore italiano. Schizzò copiosamente sul mio viso, mi sputò in faccia e mi schiaffeggiò ordinandomi di ripulirgli il cazzo. Non avevo ancora finito quando anche l’albanese schizzò, ancora più abbondantemente dell’amico, ma lui preferì svuotarsi completamente dentro la mia bocca. Con le dita prese la sborra che colava dai miei zigomi e se le fece leccare, con ancora in bocca il suo pisellone. Mi lasciarono nella taverna, in ginocchio, colmo di sperma. Ero felice come non mai.
Il pomeriggio seguente decisero di sborrare insieme... nella mia bocca! Mantennerò la promessa, mi fecero stendere, e dopo avermi violentato a turno la bocca eruttarono come due vulcani. Affogandomi letteralmente.
Giorni dopo mio padre prese a lamentarsi che i lavori andavano a rilento, adducendo che i muratori secondo lui bighellonavano. Cominciò ad essere presente durante i lavori, mettendo ...