1. Ferragosto


    Data: 19/06/2018, Categorie: Voyeur Autore: Mr Gwyn, Fonte: EroticiRacconti

    ... non erano più saziati da una moglie che troppo presto era diventata fredda. Tuttavia questo aspetto della vita privata, non mi aveva spinto ad avere una giovane amante, come molti dei miei colleghi. Non sarei stato all'altezza per inoltrarmi in un simile labirinto. Mentre divagavo sui miei pensieri, la ragazza entrò in casa, togliendosi il pezzo di sopra del costume, mostrando le areole scure dei piccoli seni, poi scivolarono gli slip rivelando un bosco rigoglioso . Riempì la vasca e si sedette sul bordo. Nella mano destra aveva un rasoio, in quella sinistra un piccolo specchio che posizionò tra le cosce allargate oscenamente. Mi andai a sedere in salotto, continuando a guardarla attraverso la finestra. Il mio pudore si era sciolto come una zolletta di zucchero in una tazza di caffè. Ero un voyeur. Lo ero già stato, quando sbirciavo le cugine spogliarsi nella cabina al mare, curioso di verificare se tutto ciò che mi veniva raccontato dai ragazzi più grandi, fosse vero. Come un ladro colto in flagrante trasalii allo squillo del telefono, sudavo ma non per il caldo, mentre afferravo la cornetta. Mia moglie rimase silenziosamente perplessa quando le dissi che stavo ultimando del lavoro. La rassicurai raccontandole che ero pronto e l'avrei raggiunta presto. La ragazza cominciò a radersi le grandi labbra. Misi giù il telefono precipitandomi in camera da letto, a prendere il cannocchiale. Tornai davanti la finestra osservando eccitato la scena: una mano tendeva la pelle mentre ...
    ... l’altra impugnava con grazia il rasoio, scorrendo veloce e sicura, poca schiuma incorniciava la macchia scura del pube. Non avevo mai visto una donna radersi la vagina. Avrei voluto ritrarla. Terminata la rasatura raccolse tutto e si sciacquò nella vasca, insaponandosi con armonia. Quando tese l'orecchio verso il citofono che suonava, tutto mi sembrò chiaro, si preparava ad un incontro con un uomo, invece apparse una ragazza bionda nella finestra del salone. Si baciarono, poi anche l’ospite si spogliò, senza poesia, come se una febbre improvvisa la stesse divorando. Le labbra della ragazza bruna esplorarono il corpo sdraiato sul letto, disegnando figure umane che morsero la mia fantasia. Quietati i corpi i miei sensi avvamparono; guardai l'orologio per la prima volta. Era mezzogiorno. Confuso non volevo lasciare questa coinvolgente rappresentazione. Ancora il telefono, mia figlia mi chiese del mio ritardo, il lavoro, le dissi, poi fu mia moglie che chiese cosa avessi intenzione di fare: la tavola era pronta e la mia sedia vuota aspettava di essere riempita; stava faceva leva sul mio innato senso di colpa, ma avevo già perso interesse per le sue parole. La mia vicina e la sua amica erano sedute, entrambe nude, mangiando e ridendo, si baciavano. Non riuscii a sentire più le mie parole al telefono mentre appendevo. Non pensavo più al mare, avevo deciso, avrei pagato le conseguenze della mia assenza, privo di sensi di colpa. Avevo diritto ai miei spazi, ero stanco di avere solo oneri ...