1. Un sogno di notte


    Data: 14/09/2017, Categorie: Etero Autore: sergio78, Fonte: Annunci69

    ... giocava con i peli.
    
    Riuscì ad aprire gli occhi e si sforzò di metterlo a fuoco, ma il buio era ancora troppo fitto per distinguere i dettagli. Emise un sospiro e con un filo di voce disse: “amore”.
    
    Sentì come un sibilo, proveniva da lui. Poi un insieme di movimenti, il corpo di lui si spostò, sentì le mani posarsi sui suoi fianchi e tirare.
    
    Istintivamente sollevò il bacino. Lui le tolse gli slip, scorrendo lungo le cosce, poi risalì e le accarezzò l’interno con la mano.
    
    Il suo membro duro e caldo era appoggiato al suo fianco, mentre le succhiava un seno. La sua mano esplorava la sua intimità.
    
    “Amore”, ripeté, staccandosi definitivamente da Morfeo per abbandonarsi a colui il quale l’aveva strappata dal regno dell’onirico, per dare e prendere piacere.
    
    Allungò la mano e afferrò il suo fallo, che vibrò. Poi gli afferrò i capelli e tirò. Cercò avidamente la sua bocca e la baciò. Si girò un poco verso di lui sollevando una gamba, subito sentì le sue dita entrare nella fessura umida. Si contrasse e gemette. E poi fuori e poi ancora dentro e si stava bagnando sempre più. Fece scorrere la mano sul membro eretto. Già colava.
    
    Sì sentì afferrare il polso e strappare via il braccio. E la bocca di lui che la inchiodò al piacere. Le mancò il respiro. Si sentì girare con forza e si ritrovò prona, con il peso di lui sopra. Sentì le natiche aprirsi e un dito penetrare nel luogo proibito. Gemette e si contorse. Bloccata da lui non poteva e non voleva fuggire. Dei
    
    morsi ...
    ... sul sedere. Di colpo sollevò il bacino, come per proteggersi e proteggendosi si esponeva. Glielo dava tutto, il suo sesso, tutto ciò che desiderava. Poteva fare di lei ciò che voleva, era sua, completamente liberata
    
    dalle sue mani grandi che l’aprivano.
    
    Il respiro spezzato e tutto che colava. Non poteva resistere a quel piacere.
    
    Puntò un ginocchio e cercò di sollevarsi un poco. Le sue mani la possedevano.
    
    Gridò, quando si sentì stringere il clito alla base e scalciò. Lui la trattenne forte.
    
    “No no!”, implorò. E poi ancora le sue dita dentro la fessura. Davanti e dietro. E gli umori che colavano abbondanti, dentro e fuori di lei. E ancora gemiti e ancora quella falsa e vera implorazione: “No… no, no!”. E il tentativo di liberarsi dallo sconvolgimento dell’esplosione.
    
    Ma lui la possedeva e la penetrava. Non poteva fuggire, non voleva fuggire.
    
    Le sue mani bagnate la bagnavano, ancora e ancora. E non resisteva più. E la tensione la sovrastava e la oltrepassava, la dilatava e la penetrava, la dominava e la soggiogava. Il respiro corto, la bocca completamente aperta come il suo sesso e lacrime di piacere riempivano i suoi occhi.
    
    E ancora lui, dentro e fuori, scivolava tra le labbra e poi ancora, dentro le aperture aperte. E il sangue che risaliva dal basso, veloce e ancora più veloce e senza respiro si contrasse ancora. Era lì, era lì, pronto per esplodere. Poi uno schiocco e un bruciore forte al sedere. Urlò. Poi ancora un colpo e ancora un bruciore. “No ...