1. Una timida amica


    Data: 21/06/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Ana2

    Vanessa ansima di piacere. Le sue carni strisciano sudate sotto le lenzuola insieme alle mie. I suoi movimenti sono impacciati come una vergine, il suo dolce frutto è dilatato da una sessualità di plastica, da un tormento sintetico che le fa da palliativo da una vita. Un disagio che non ha saputo combattere fino a che non ha incontrato i miei geni corrotti dal fascino del corpo femminile, dall’innocente perfezione racchiusa in quei difetti che considero peculiarità. Vanessa è magrissima con un solo rotolino di pancia collassata sul ventre, una pelle pallidissima incorniciata da capelli e sopracciglia nere. Con un braccio cerca di coprire ala mia vista il suo stupendo seno particolare, una mammella è di una misura abbondante più grande dell’altra, e ha due grandissimi capezzoli rosa che puntano in direzione diverse, come fossero occhi storti. Gli lecco gli occhiali dalla montatura spessa, lo faccio appoggiando delicatamente la lingua sui vetri, poi glie li sfilo dalla faccia, e scendo giù a leccargli il naso. Il suo naso è grande e sottile, molto grande, forse il maggior motivo d’imbarazzo per lei,e io glie lo lecco. Per me è bello, per me è molto particolare. Lei con la testa incassata tra le spalle, io con la punta della lingua ormai dentro la sua narice. Le bacio le labbra, le tolgo il braccio a protezione del seno, quindi la abbraccio strusciandomi con il petto su di lei. Ci guardiamo negli occhi, le sputo in bocca, poi la raccolgo, e le sputo di nuovo in faccia, lei ...
    ... riesce a mettere da parte per un istante il disagio, e a far spazio alla sua eccitazione, concedendomi un lungo bacio appassionato. Molto umido, intenso … Pieno di buonissima saliva. Scivolo, le bacio il collo, lo sterno, il petto, le costole, poi lecco tutto intorno l’areola della mammella più piccola, quella che per me rappresenta il suo lato pudico. “Ti prego, no!” bisbiglia allarmata, mentre la trattengo leggera con due dita e me la metto tutta in bocca. Tra le labbra il candore del piccolo seno di una vergine di trent’anni, tra i denti e la lingua, il fremito di un capezzolo che richiede attenzioni dopo una vita di privazione. Mi appassiono a leccare e succhiare, a strizzare e mordicchiare, come se dovessi sfamarmi da quel turgido lembo di pelle. Mi blocco, lo osservo, lo ammiro. La mia coscia in mezzo al suo ventre, avverte un umido bacio da parte delle sue grandi labbra, anche io le bacio la coscia con il mio fiore. Scivolo giù, continuo ancora, stuzzico le sue cosce, arrivo al mio obbiettivo. Il suo profumo da donna intriso dalle maleodoranti cremosità di un ovulazione, il suo fitto oceano di peli neri che travolgono e soffocano un delizioso clitoride incastonato come una pietra preziosa su due succulente labbra dilaniate da chissà quanti centimetri di disperato piacere confezionato in Cina. La mia lingua pesca quelle prelibatezze che inacidiscono la mia bocca, le mie labbra succhiano quella perla gonfia, facendole man mano assaporare il piacere di condividere lo ...
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