1. Turno di notte


    Data: 22/06/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: orsonaked

    ... bene!"
    
    Il lunedi della seconda settimana, intorno alla mezzanotte, apparve sulla linea il capo reparto e mi disse: " Vieni con me, stasera lavorerai in altra zona!"
    
    Che palle, pensai e adesso cos'e' sta storia?? Seguii il capo con malcelata riluttanza, attraversando zone buie e deserte della fabbrica, posti che nn avevo mai visto da dove si sentiva in lontananza il rumore delle macchine. Arrivammo in una zona piena di scatoloni accatastati uno sull' altro a formare pile molto alte; da un ufficio spuntava una luce fioca. Entro' per primo e disse: "Ecco l'aiuto che hai richiesto, vedi di non rompere piu' le palle per questa notte, intesi?" "Grazie capo! A buon rendere" rispose una voce ben nota alle mie orecchie!! Come il capo si fece da parte, vidi seduto sulla sedia Antonio e il sangue mi si gelo'. " Ciao frocetto! Sei contento di lavorare per me, stanotte??" " Non ne vedevo l'ora" risposi sarcastico. Antonio mi porto' quindi fuori, tra le colonne di scatoloni dove vi era un tavolino con sopra una risma di fogli bianchi, del nastro adesivo e un pennarello e mi disse: "Il lavoro e' semplice: scrivi il numero in alto a destra, di ogni scatola sul foglio, in modo leggibile, grande e appiccica il foglio alla scatola.
    
    Tutto chiaro"? Annuii distrattamente pensando a che lavoro del cazzo fosse mai. "Allora intesi, comincia e qualsiasi cosa ti serva....vai a rompere i coglioni a qualcun'altro, da me vieni solo se hai deciso di farmi un pompino, chiaro?" Si allontano' ...
    ... ridendo nel suo solito modo sguaiato e fastidioso; per circa un ora non feci altro che attaccare foglietti su pile di scatoloni, mi sembrava di essere un inutile scimmietta ammaestrata. Dopo un interminabile ora mi resi conto che era finito il nastro adesivo: "No cazzo, mi tocca chiederlo a lui"; provai a cercarlo da solo ma era come cercare il famoso ago nel pagliaio cosi anche se contro voglia mi avvicinai all'ufficio. Presi un bel respiro e spalancai la porta dicendo: "Senti non voglio romperti i coglioni ma ho fin...." la frase mi mori' in gola e la scena che mi si presento' era alquanto surreale: una tizia che non riuscii a vedere bene in faccia ma che riconobbi in una delle attempate della linea di montaggio era sdraiata sulla scrivania senza mutande e senza gonna e Antonio, nudo dall cinta in giu' la stava scopando con colpi brutali che le strappavano gemiti forti. "Ma che cazzo..." esclamo' Antonio estraendo un palo di tutto rispetto dalla fica della donna che lanciato un grido a meta' tra lo stupore e lo spavento balzo' giu' dalla scrivania e recuperate le sue cose fuggi' in fretta.
    
    "Brutto figlio di puttana" ruggi' Antonio e con un balzo mi fu addosso, mi agguanto' per il collo e alzandomi da terra mi trascino' fuori dall'ufficio.
    
    "Scusami mi spiace...non volevo...non sapevo che" facevo fatica a parlare per via della sua mano possente che mi serrava la gola; il suo cazzo duro premeva contro la mia pancia mentre mi spingeva in un angolo nascosto tra le pile di ...