1. Tre semplici regole 2


    Data: 15/09/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: alexwriters, Fonte: Annunci69

    Non sapevo da quanto tempo lo stessi aspettando, mi ero spogliato, avevo ripiegato ordinatamente i miei vestiti sulla sedia addossata alla parete, e nudo mi ero inginocchiato. Schiena dritta, seduto sui talloni, gambe divaricate così che fossi esposto al suo sguardo, braccia perpendicolari al corpo con le mani, palmi in su, appoggiate sulle cosce, testa leggermente chinata in avanti e sguardo basso.
    
    Iniziavo veramente a non poterne più quando entrò. Immediatamente mi raddrizzai ancora di più, sollevai il capo mantenendo sempre lo sguardo basso e portai le braccia dietro la schiena, incrociandole e afferrandomi i gomiti. La mia postura era perfetta, speravo che mostrandomi al meglio l’avrei ammorbidito.
    
    Come mi sbagliavo!
    
    La lingua mi formicolava dalla voglia di parlare ma sapevo di essere già abbastanza nei guai.
    
    – COSA DEVO FARE CON TE? –
    
    La delusione nella sua voce, la sconfitta mi fecero immediatamente vergognare
    
    – NON TI HO CHIESTO MOLTO, SOLO DI RISPETTAREA ALCUNE SEMPLICI REGOLE, NULLA DI TROPO DIFFICILE. POSSIBILE CHE DOBBIAMO SEMPRE, SEMPRE TORNARCI SOPRA? - .
    
    Non era solo deluso, sembrava esausto, con la coda dell’occhio lo vidi raddrizzarsi. Si era appoggiato – in piedi – alla scrivania, gambe stese in avanti e piedi incrociati.
    
    – MA OGGI – e la sua voce riprese forza, vigore, un sibilo, una minaccia concreta – FAREMO IN MODO CHE IL MESSAGGIO PENETRI. -
    
    Lo sentii spostare la sedia di legno antico, posizionarla al centro della stanza e ...
    ... sedervisi.
    
    – VIENI –
    
    Non risposi, non era una domanda.
    
    Mi alzai, un movimento fluido, sciolto a testimoniarne l’abitudine, e sempre tenendo lo sguardo basso gli andai incontro.
    
    – PERCHE’ SIAMO QUI? –
    
    Odiavo, odiavo questa parte. L’umiliazione di dover ammettere i miei errori, i mei torti, dover riconoscere la mia immaturità in confronto a Lui.
    
    – Mi sono comportato male, sono stato maleducato e irrispettoso -,
    
    - E … - , a forza mi obbligai a continuare – e merito di essere punito, Signore -
    
    - VERO. NON TI VERGOGNI ALLA TUA ETA’ A ESSERE ANCORA PUNITO COME UN BIMBO PICCOLO? -
    
    Avevo gli occhi umidi, provavo vergogna per me stesso, per averlo deluso ancora. L’umiliazione era cocente, io un adulto, nudo di fronte a Lui perfettamente vestito – niente di più semplice della nudità per farci sentire inferiori, immeritevoli – che ammettevo di meritare una punizione. La rabbia verso me stesso, un nodo angoscioso nel mio stomaco. Tutto quello che volevo era compiacerlo, essere suo.
    
    – IN POSIZIONE –
    
    Scattai, sapevo che se avessi esitato, sarebbe stato peggio.
    
    Mi sdraiai sulle sue ginocchia, quasi un arco, piedi leggermente divaricati a toccare terra e mani dall’altro lato a sfiorare il pavimento.
    
    Il mio candido, ancora per poco, morbido culo teso, sollevato, offerto, pronto a subire il supplizio e il mio uccello - sbruffone, lui sì che non si sentiva umiliato - il mio uccello duro, già gocciolante che godeva della situazione. Mi sistemò meglio – la Tua ...
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