1. Donne da pazzi


    Data: 05/07/2018, Categorie: Etero Autore: cirquedusoleil, Fonte: Annunci69

    Ho sempre amato uscire a fare shopping con un butt plug di vetro Glass Shine Rain da 3.5 cm di diametro infilato nel culo. Un simile gioiello non sopporta di passare inosservato, per questo motivo lo indossavo sempre con gonne corte, senza mutandine. L’avevo voluto su misura, scegliendo un’impugnatura conformata che oltre a lusingare la mia sconfinata vanità mi regalasse stimoli ancora più intensi rispetto ai modelli standard. La base infatti, quella destinata a rimanere visibile dall’esterno, era costituita da una rosellina con petali sfrangiati di colore blu e sfumature digradanti in finissimo pulviscolo dorato. Il butt plug è stato da sempre il migliore confidente intimo che abbia mai avuto in vita mia. Ogni passo ti fa schizzare la figa in gola, ogni occhiata che senti posartisi addosso mentre corri, cammini o ti siedi, ti regala un’esplosione di adrenalina perché non sai quanto e come chi ti ha appena visto si sia accorto di ciò che stai nascondendo.
    
    Un tempo non disdegnavo nemmeno il figging, una pratica già diffusa nel mondo dell’ippica perché consente di mascherare con un certo successo l’anzianità di un cavallo: il plug da utilizzare in questo caso si ottiene sbucciando una radice di zenzero fresco che provoca una sensazione di bruciore tale da costringere l’animale a sollevare la coda e muoversi nervosamente, comportamento tipico di ogni esemplare giovane. La reazione istintiva di contrarre il muscolo anale non fa che aumentare il fuoco che ti si accende ...
    ... dentro, fino al limite estremo della sopportazione. Il tutto per una mezz’oretta appena, non di più.
    
    Dall’Antichità classica fino all’epoca vittoriana questo metodo fu utilizzato con intenti disciplinari su schiavi, donne ribelli e allievi indomabili. Io lo utilizzavo sugli uomini che amavo e che amavano me allo stesso modo.
    
    Quel pomeriggio indossavo un gonnellino a balze di cotone azzurro cielo, il mio magico segreto era affidato a un numero infinito di piegoline che minacciavano sfacciatamente di rivelarne il contenuto a chiunque fosse stato scelto dal caso per passarmi accanto. Adoravo attirare l’attenzione sulle mie gambe e sul mio culo perfetto, sempre esaltato da tacchi sontuosi che non abbandonavo mai, nemmeno per andare in bagno a pisciare.
    
    L’ultima volta stavo rientrando dopo una mattinata passata in giro per… bah, non lo ricordo più, ma non importa, quelli erano solo dettagli che servivano da pretesto per il mio essere perennemente in caccia. Risalivo con calma gli scalini che dal garage conducevano ai giardinetti condominiali attraverso un percorso lungo e stretto in cui era possibile passare soltanto uno per volta. Con calma e attenzione, prestando la massima cura nel sondare ogni suono, ogni odore, ogni mutamento di luci e ombre intorno a me.
    
    Percepii alle mie spalle qualcuno che procedeva con la mia stessa andatura.
    
    Fiutai il suo sguardo lontano e rallentai a poco a poco. Chi stava salendo dietro di me aveva rallentato il passo a sua volta. Senza mai ...
«123»