Donne da pazzi
Data: 05/07/2018,
Categorie:
Etero
Autore: cirquedusoleil
... voltarmi mi fermai, fluttuando nell’attesa di quella promessa sconosciuta che sentivo avvicinarsi sempre di più. Dopo qualche istante una mano calda mi attraversò le cosce e mi si posò in mezzo al culo cominciando a ruotare e spingere avanti e indietro la piccola rosa che emergeva dalle mie chiappe gelide, scoperte e contratte in una fitta irresistibile di piacere.
«Cosa abbiamo qui? Lo sai che l’ho visto appena hai cominciato a salire le scale, vero? Chi cazzo sei, bella?»
Nemmeno io sapevo chi fosse lui perché, sì, era certamente un uomo a giudicare dalla voce e dalla stretta delle sue mani, ma non potevo vederlo in viso e non me ne fregava affatto.
«Meglio che tu non lo sappia, stronzo. Ti disturba?»
«Non più di quanto io disturberò te mentre te lo sbatto in culo al posto di questo giocattolino da troia.»
Me lo stava sfilando davvero e intanto aveva cominciato ad allargarmi il buco e ad affondarci in mezzo la lingua mentre mi spingeva contro la parete.
Bravo. Pensai. Ci sei cascato in pieno. Continua, coglione! Continua così, ho fame.
Me lo tolse tutto, in quel momento si affacciò qualcuno all’ingresso del corridoio, una burzona di mezza età che vedendo la scena fece marcia indietro in un lampo.
«Devi stare zitta, hai capito? Adesso, tesoro, ti faccio vedere io come.»
Leccò avidamente il mio plug prima di piantarmelo tutto in gola, spingendolo dentro fino alla rosa. Sentivo distintamente il rumore della cinghia dei suoi pantaloni mentre se li ...
... slacciava con impazienza. Istanti interminabili entro i quali la mia eccitazione aveva raggiunto livelli di ansia bruciante, densa, dolorosa.
Con forza incalzante mi divaricò le cosce, aveva il cazzo spesso e duro, la cappella grassa e viscida proprio come piaceva a me. Ci volle un solo strattone per sentirmela schizzare fino in fondo. Scivolava velocemente e senza tregua, mescolando nel mio corpo tutte le sfumature che dal dolore s’irradiavano prepotentemente verso il piacere assoluto. Smisi di respirare, quello era l’unico momento in cui non respirare mi piaceva davvero. Restai sospesa nel buio rosso e nero dei miei occhi vuoti, strizzati al limite della sopportazione mentre i suoi colpi aumentavano d’intensità, schiacciandomi in un turbinio folle di sensazioni dimenticate da tempo. Avevo già goduto tre volte quando si decise a venirmi dentro. Avvertii il suo sperma caldo esplodere come una cascata di palloncini infuriati che attraversavano in branco le mie viscere fino a stordirmi. Quando ebbe finito lo sentii piegarsi e gemere dolorosamente per un po’ prima di cadere a terra con le mani premute sul petto.
Avevo ancora il mio plug sigillato in bocca ma respiravo con accanimento tutta l’aria che potevo. Tutta l’aria che mi era consentita, ancora per poco, prima di tornare laddove mi aspettava di nuovo il silenzio. Non ho mai saputo chi fosse quell’uomo, né m’importa ora di sapere che fine abbia fatto. Cosa volete che conti per una come me? Io non sono più come voi. Io ...