Lontani ricordi - il motoraduno (seconda parte)
Data: 10/07/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: ghibellino
... le proprie parti sensibili. Fu lei a rompere l’equilibrio. Si alzò in piedi e si tolse la camicia sfidando sfrontatamente eventuali sguardi indiscreti, poi entrò per venire a sedersi vicino a me. La penombra dentro la tenda era abbastanza luminosa da non nascondere alcun dettaglio dei nostri corpi; ma rendeva tutto misteriosamente intrigante. Il suo sesso emanava forte il profumo della sua eccitazione; la visione del suo pube nero e il suo sguardo fissato sul mio pene furono sufficienti a provocarmi un’immediata erezione. Cominciai a toccarmi con leggerezza, sapevo che era quello che lei desiderava. Walter finalmente entrò, anche lui già completamente nudo, e si distese perpendicolarmente a noi, con il volto all’altezza del mio bacino, poi protese le labbra per prendermi in bocca il membro. Non fui io, ma lei a emettere un gemito, come se fosse stata la sua carne a essere lambita da quella lingua calda. Allungai un braccio verso di lei per cercarle il clitoride in mezzo a un lago di caldi e profumati umori, ma prima di essere arrivato alla mia destinazione mi prese la mano e la portò ad afferrare il piccolo e roccioso membro eretto di Walter. Gli spazi angusti della tenda facevano di ogni nostro movimento un’occasione di contatto e strofinio di corpi. Walter succhiava il mio cazzo e io masturbavo il suo; mi protesi verso la fica, tentando di arrivare a leccarla. Riuscii solo ad assaporare la fragranza delle sue labbra calde e scivolose; poi lei si ritrasse sottraendosi. ...
... Voleva essere solo spettatrice. E allora se voleva essere spettatrice, le avremmo fatto vedere. Mi dedicai al mio compagno, lo toccai con più intensità, leccai i suoi testicoli, poi li presi in mano e li accarezzai mentre la mia bocca riceveva interamente il suo piccolo durissimo membro che non arrivava nemmeno a sfiorare la mia gola. Più che vedere intuivo dalle oscillazioni del materassino quello che lei stava facendo: si stava masturbando con grande vigore. Infatti dopo pochi istanti la sentimmo gemere una, due volte. Poi una voce roca che implorava: “Voglio essere scopata, voglio un cazzo, voglio un cazzo dentro di me”. Lasciai il membro di Walter e mi girai verso di lei: come nel pomeriggio in pineta stava a cosce aperte, gambe alzate e piegate. Anche nella penombra potevo vedere distintamente la fica spalancata e grondante, i peli neri bagnati e appiccicati alle grandi labbra. Continuava a implorare un cazzo che entrasse dentro di lei, lasciai perdere Walter e la penetrai in un solo movimento. Mi sentii sprofondare in un oceano di piacere caldo, umido e vischioso. La penetrazione fu accolta da un grido soffocato e da un nuovo orgasmo che per poco non provocò anche il mio. Riuscii a trattenermi e a distogliere il pensiero quel tanto che era necessario, prima di prendere a muovermi dentro di lei. Walter vicino a noi continuava a masturbarsi lentamente, mentre con l’altra mano mi accarezzava le natiche e ogni tanto scivolava nel solco e si soffermava sull’ano spingendo ...