1. Disoccupato in cerca di lavoro


    Data: 12/07/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Alvertn

    ... posso, mi manca il tempo e alla fermata scendo sentendo gli occhi puntati su di me, ma forse è suggestione o sogno, e mi avvio con passo deciso all’appuntamento. Penso ancora a quell’incontro fortuito e impossibile da completare ma … e se ci sarò un’altra volta non me lo lascerò scappare, chissà?
    
    Sono stato stupido potevo tentare di conoscerlo e farmi dare un recapito o dargli il mi, si ma dai ormai è andata così.
    
    Il palazzo dove devo recarmi è davanti a me, guardo l’orologio.
    
    Sono arrivato con 5 minuti di anticipo, suono, mi aprono, mi presento e mi fanno accomodare in una sala d’aspetto.
    
    Mi siedo su in divanetto in pelle scura, un tavolino basso con delle riviste un po’ datate davanti a me, due poltroncine in pelle uguale al divanetto sui lati, stampe in bianco e nero sulle pareti bianche.
    
    L’attesa è corta, la signora che mi ha risposto al telefono, almeno suppongo perché la voce mi sembra identica, mi prega di seguirla e mi accompagna nell’ufficio del titolare per il colloquio.
    
    Apre la porta e mi fa entrare, saluta e richiude. Davanti a me un bell’uomo sulla 50tina, bel fisico asciutto, capelli corti, pelle liscia e abbronzata, alto sui 175.
    
    Gli vado incontro stringendo la mano ricambiato dalla sua stretta e da un bel sorriso. Mi presento e mi fa accomodare.
    
    Mi chiede di raccontargli il mio vissuto lavorativo, i miei hobby, ecc.
    
    Inizio dal mio primo lavoro e arrivo ad ieri quando l’azienda ha chiuso per crisi. Passo agli hobby e al ...
    ... resto.
    
    Senza essermi reso conto ho parlato per quasi mezz’ora del mio passato e del presente contestuandolo alla figura che richiede con lui che mi ascolta con attenzione,
    
    Mi dice che il mio curriculum può essere importante per l’azienda che potrei essere la persona giusta, mi fa un paio di domande di lavoro a cui rispondo dettagliatamente e professionalmente con disinvoltura.
    
    Lo vedo soddisfatto, “parliamo di compenso economico, cosa pensi sia la cifra corretta per la mansione che andrai a ricoprire?”
    
    Resto un attimo in riflessione “partendo dal presupposto che non ci si conosce e che bisognerà vedere nella realtà il lavoro da svolgere e se questo è effettivamente consono a quanto io credo, o il mio modo di operare non è in sintonia con la struttura aziendale, Cioè voi potete non andare bene a me o io a voi. Quindi ritengo che l’azienda debba avere il minimo danno in questa fase, per cui lascio a lei la cifra che ritiene corretta per questi dubbi logici, ed eventualmente fra 4 o 6 mesi ci ritroviamo per fare il punto e decidere se o no si prosegue e in quell’occasione, avendo avuto la possibilità di conoscermi professionalmente, si potrà trattare di retribuzione.”
    
    “perfetto, sono contento del suo ragionamento, ok il netto il busta sarà di € XXXX E poi ci sentiamo fra 4 mesi”
    
    “per me va bene”
    
    “Rimangono ancora due cose da chiarire”
    
    Lo guardo con un attimo di sorpresa. “cosa rimane … mi dica”
    
    “chiedo una risposta sincera e non voglio essere frainteso. Sono ...
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