Scosse di piacere
Data: 17/09/2017,
Categorie:
Etero
Sensazioni
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
Nicoletta dilatò gli occhi nella poca luminosità della sua stanza, in quanto l�oscurità era troncata unicamente dalle spaccature in cima a quei trasandati terrazzini, che nel corso degli anni avevano dissipato il lustro e la coesione degli elementi, perché accadeva di frequente come in tutte le città che s�affacciano sul mare. La ragazza rivolse lo sguardo verso la radiosveglia, sennonché risolse subito la questione disinserendola, successivamente rimase a squadrare la volta della camera, dove il colore latteo dell�intonaco s�alternava con precisione alle travi di legno scure e massicce.Come previsto non era riuscita a dormire per l�eccitazione, così come farebbe una giovane innamorata prima della cerimonia nuziale. Certo l�occasione non era tanto insigne né pomposa, tuttavia l�apprensione restava ardente e a tratti delirante, perché quei vocaboli le fecero spuntare una contentezza accorta, inedita e sagace. L�aver compreso che quella notte sarebbe stata imprudentemente un�autentica novizia, ciò nondimeno in una circostanza grandemente disuguale la sconvolgeva, sentendosi accompagnata da quell�ovattata onorabilità che quella parvenza proponeva. Sì, certo, avrebbe dilaniato quell�impronta di stima spezzandola in ultimo come una tela bianca, per il fatto che quella medesima macchinazione nella sua immaginazione adesso si frammentava suddividendosi in numerosissimi filamenti, poiché in definitiva questi ultimi penetravano formando in quella funicella incorporea che captava ...
... attorno a sé. Successivamente si sollevò dalla branda con uno scatto rabbioso avvicinandosi verso il grosso guardaroba, avrebbe senz�altro potuto utilizzare la torcia del telefonino, comunque decretò che sarebbe stato indiscutibilmente meglio rinunciare alla vista, per poter intensificare gli altri sensi e di conseguenza il corpo, poi chiuse gli occhi e aprì l�anta alla sua sinistra.Nicoletta conosceva a memoria l�esatta disposizione dei suoi indumenti, in particolare quel vestito, l�abito da sgualdrina lo definiva lei in maniera briosa e burlona, sennonché allentò il cofanetto in fondo al guardaroba, rovistò fugacemente, dal momento che aveva identificato senza tentennamento la stoffa lucida ed elasticizzata di quella veste. Agguantò quell�indumento e lo indossò. Ecco, al momento cominciava a percepirsi difforme, perché quella funicella astratta cominciava ad alleggerire la sua tenuta. Sbarrò gli occhi, fece passare la punta delle dita sui seni quasi schiacciati dal tessuto nero aderente, poi più in basso per lisciare i fianchi fasciati del tutto fin sotto i glutei. Lei sapeva che non sarebbe dovuta uscire conciata in tal modo, eppure adorava la vicissitudine, ma non l�avventatezza. Se qualcuno l�avesse adocchiata o se il capofamiglia l�avesse incrociata girovagando là per quel quartiere povero sarebbe stata la fine, perché la sua parentela l�avrebbe indubbiamente cancellata dal testamento. Di certo sarebbe stata etichettata con l�impronta del disonore e della nefandezza, ...