1. "soddisfatta" (parte 1)


    Data: 16/07/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: Boygang1

    ... auto immaginava fossi io. Mi affiancai, la guardai negli occhi e le sorrisi attraverso i vetri. Rispose con un sorriso e si avvicinò…mi allungai e aprii la porta del passeggero che dava verso di lei,
    
    - “dai sali, non prendere freddo” …
    
    e finalmente era lì davanti ai miei occhi, a pochi centimetri, era come l’avevo sempre immaginata, minuta, capelli scuri, ricci, occhi marroni, poco trucco, rossetto e matita e quella boccuccia piccola, un labbro inferiore rosso e succoso dal quale non riuscivo a distogliere lo sguardo...adoravo come quel rossetto si insinuasse nelle piccole grinze delle sue labbra. Indossava un giubbottino di pelle, una magliettina volutamente un po’ scollata e dei leggings …un visino innocente corretto dal sapore della trasgressione adolescenziale, incantevole…indossava anche la collanina che nelle foto avevo visto cadere tra i suoi seni, gli anelli, le unghia appena lunghe e smaltate, aveva curato il dettaglio. La osservai…non so come, ma capii che alla fine della sua preparazione aveva scelto di non indossare gli occhiali da vista.
    
    Era seduta accanto a me e pronunciai
    
    - “Francesca adesso, ha anche un volto…sai non sono sorpreso, sei esattamente come ti immaginavo “ .
    
    Fu l’inizio della nostra conversazione. In realtà non sapevo cosa dirle, era poco più che maggiorenne, la differenza generazionale c’era, non avrei saputo parlarle di “Fedez”, ma mi affidai allo scorrere degli eventi, ero sicuro che tutto sarebbe andato bene. Per fortuna ...
    ... Francesca sembrò sentirsi subito a suo agio e iniziò il suo gioco…quel gioco di sottile seduzione che fa di una ragazzina, una donna.
    
    Stava scendendo il buio, i nostri discorsi, seppur in maniera giocosa, ormai si erano spostati su ciò che ci accumunava. Il sottofondo di erotismo aveva riempito l’abitacolo dell’auto, anche se non lo davo a vedere, il suo sorriso mi disarmava e la sua sensualità nei gesti, nelle espressioni, aveva innescato una pulsione voluttuosa dal quale non c’era ritorno. Ero eccitato, ero sicuro che Francesca lo avvertisse ma io volli essere sfacciato…la mia eccitazione la si poteva scorgere attraverso il gonfiore dei pantaloni, per cui, come se fosse del tutto naturale, sbottonai la giacca e allargai le gambe proprio mentre Francesca lanciava una sua occhiata, la tempistica fu ineccepibile e i suoi occhi caddero per forza di cose tra le mie gambe. Il mio corpo non mentiva, volevo che sapesse cosa stessi provando, quanto la desiderassi. Non so cosa pensò, ma accennò una smorfia che mi fece letteralmente perdere la ragione. Eravamo accostati in una zona poco trafficata, al buio, e si creò quell’attimo di silenzio dove il tempo si ferma. La stavo fissando negli occhi e spontaneamente e in maniera decisa attraversai il suo recinto…allungai la mano per accarezzarle il volto, feci scorrere il pollice lentamente lungo i suoi zigomi fino ad arrivare al bordo delle bocca, con movimento impercettibile ma insidioso il mio pollice voleva farsi spazio tra le sue labbra e ...