20 cm di maschio sotto al costume
Data: 22/07/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: caos_calmo88
... tiene a mostrarmi l’erezione sotto il costume. Questo suo gesto sfacciato mi fa eccitare ancora di più. Una visione pazzesca, un cazzone grosso e durissimo si delinea dai suoi boxer. Nemmeno io perdo tempo, gli comunico che se lo desidera, sono a disposizione…
L’affare viene concluso subito… resta solo un’incognita: dove?
Non possiamo andare in albergo da lui, sarebbe una pazzia. La voglia è tanta ma non possiamo rischiare che il receptionist o qualche amica della moglie ci veda in hotel.
Optiamo per la cabina! È abbastanza grande e riparata, lontana dagli ombrelloni.
Aspettiamo che tutti vadano a pranzare in albergo. Di solito a quell’ora la spiaggia si svuota.
Infatti verso mezzogiorno la spiaggia comincia a somigliare sempre più ad un deserto.
Entriamo nella sua cabina uno alla volta, per non destare sospetti. Prima lui e dopo 5 minuti lo raggiungo io. Da bravo porco, come piace a me, si fa trovare nuovamente col cazzo durissimo sotto il costume, che ormai non riusciva più a contenerlo, infatti la cappella è uscita fuori da un lato, intravedo le sue palle strabordare. La cappella è fradicia. Ha proprio un cazzo da cavallo.
Senza dirmi una parola mi mette la lingua in bocca e con le mani mi agguanta le chiappe, stringendole e allargandole. In 10 secondi non ho più il costume, avrei voluto afferrargli quel grosso arnese, ma lui mi precede, buttandomi sulla panca e prendendo a slinguazzarmi il buco. Ci mette talmente tanta foga che la sua barbetta mi ...
... passa tra le chiappe come carta vetrata. Ho il culo umido e morbido, ne approfitta per infilarci un dito e allargandolo riesce ad infilare dentro anche la punta della lingua.
In quella posizione riesco a rivedere il suo uccello, ancora prima di girarmi me lo ritrovo in gola, la sua cappellona resa salata dall’acqua di mare mi sbatte contro il palato, cerco di ciucciare ma non respiro, me lo affonda talmente a fondo che le sue palle sature di sbroda mi solleticano il mento.
Con una mano mi afferra per i capelli, e con l’altra mi tiene per il mento, usando la mia bocca come una fornace, per soddisfare il suo enorme randello. Si ferma qualche secondo, perché sentiamo delle voci fuori dalla cabina… smorza la sua foga e col dito mi invita a non parlare. Con quel palo in gola non avrei comunque potuto fiatare. Si fa succhiare lentamente la cappella, passandomela delicatamente sulle labbra, sulle guance. Fuori torna finalmente il silenzio e riprende a fottermi duro la bocca.
Senza dire una parola, sfila l’uccello fissandomi e tenendomi sempre per i capelli, e sborra abbondantemente sulla mia faccia! È densa, ma cremosa, bianca e saporita. Ne produce abbastanza da riempire mezzo bicchiere. Infila la sua cappella sborrosa nella mia bocca e sa la fa ripulire per bene.
Prende un paio di fazzoletti e mi ripulisce il viso con dolcezza, sorride, è sudatissimo e ha lo sguardo infuocato.
Mi dice piano, con voce flebile: “Andiamo a prendere un caffè, poi torniamo qui, voglio ...