1. Attrazione proibita ( capitolo sesto)


    Data: 01/08/2018, Categorie: Incesti Autore: Pamts, Fonte: EroticiRacconti

    Erano passate due settimane dall' accaduto. In quelle due settimane non si erano rivolti una parola, nonostante lui la salutasse ogni giorno prima di uscire e ogni volta che rientrava a casa. Quella sera si ritrovarono a cenare insieme. Lui cercò cautamente di fare conversazione senza ottenere alcuna risposta. Lei lavò il suo piatto e andò in camera sua. Un paio d'ore dopo lo zio entrò in camera di Pam. Era distesa di lato e dava la schiena alla porta. Sembrava stesse dormendo. Le si sedette accanto. Le accarezzò i capelli. "Pam? Sei sveglia?" Le chiese lui quasi sussurrando. Lei non rispose. Era in uno stato di dormiveglia. Lui iniziò a sfiorarle il viso dolcemente. Le baciò dolcemente le labbra, il collo e la spalla. Pam sembrò risvegliarsi, si voltò e lo vide accanto a lei. Si immobilizzò. Lo guardò con occhi dilatati. Le tremava il labbro inferiore. "Shh." Le sussurrò. "Stai tranquilla. Non voglio farti del male." Cercò di tranquilizzarla lui. Lei indietreggiò involontariamente. Lui rimase fermo. Allungò un braccio per sfiorarle i capelli. Lei si spostò brusca. Poco dopo riuscì a tranquillizzarla. La fece distendere a schiena in giù. Scostò il lenzuolo per osservarla. Si distese accanto a lei prendendola tra le braccia :" Scusami Pam. So che ho esagerato. Non avrei dovuto. Ti prego di perdonarmi." Le disse lui calmo. Sembrava davvero dispiaciuto. "Mi uccide quello che ho fatto. Non avrei dovuto prenderti con la forza. Credevo che sotto sotto lo volessi anche tu ma che ...
    ... avessi troppa paura per ammetterlo. Ero arrabbiato. Ma non dovevo sfogarmi su di te. Spero riuscirai a perdonarmi." Continuò. Lei non disse niente. Guardava altrove. Sentiva che stava per piangere. Era arrabbiata con lui. Ma al contempo apprezzava il fatto che si fosse scusato. Che si fosse reso conto di aver sbagliato. Di averla ferita. Lo zio le diede un bacio sulla fronte e fece per uscire. "Aspetta." Gli disse. "Grazie. Apprezzo le tue scuse. Ma mi hai fatto molto male." Continuò triste. Lui si fermò. Si sentiva un verme. La abbracciò, e la baciò titubante. Lei stranamente non lo respinse. Scese a baciarla sul ventre. Le divaricò leggermente le gambe e le diede piccoli baci sul pube e sull' interno coscia. "Cosa stai facendo?" Gli chiese irrigidensosi. "Lasciami fare. Stai tranquilla. Non voglio farti del male. Voglio solo farmi perdonare. Non entrerò dentro di te. Tranquilla. Ti prego." Le disse lui supplichevole. Lei rimase ferma, all' erta. Lui iniziò a baciarla e a leccarla famelico. Ma al contempo con tenerezza. L'ultima cosa che voleva era ferirla di nuovo. Voleva farle piacere. Che magari solo per un momento si perdesse nell' oblio del piacere. Le solleticò il clitoride e le mordicchiò l'interno coscia. Le passò delicatamente la lingua sull' interno coscia, tra le labbra della vagina, e all' interno. La sentiva abbassare la guardia e lentamente rilassarsi. Poco dopo vide che stringeva i pugni nelle lenzuola inarcando leggermente la schiena. Sentì che si bagnava sempre ...
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