In the Flesh
Data: 05/08/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Inquisitor
Elisabetta è una donna sui 35, pelle olivastra e chioma corvina di capelli lasciati liberi sulle spalle del suo maglione poncho blu. Indossa jeans aderenti che nonostante la sua scarsa considerazione, risaltano le sue curve burrose, è alta 1 metro e 76 ha una 48 di vita e una terza abbondante.Completano la sua figura degli stivaletti a pianta bassa grigi di tessuto dentro i quali si infilano i jeans.E' una donna seria e si concede pochi momenti di svago, il viso presenta dei lineamenti decisi, con un naso impercettibilmente più pronunciato di quanto dovrebbe e delle sopracciglia spesse e marcate sopra ai suoi occhi scuri come il caffè.Lavora in una struttura pubblica dove durante la giornata riceve e fa colloqui orientativi a decine e decine di persone insieme ad altri dieci, tra colleghe e colleghi.-E' lunedì mattina, sono circa le nove e trenta e la giornata lavorativa è già cominciata in maniera spedita: 4 colloqui da 20 minuti l'uno per poi finire la compilazione di alcuni documenti.Decide di approfittare del momento di poco lavoro per andare a prendersi un caffè, non è schiava del caffè ma oggi è lunedì ed è sempre dura. Si alza quindi e abbandonando la sua scrivania si dirige verso l'uscita, imboccando un altro corridoio invece che il portone d'ingresso arriva ai distributori automatici.Entrando nel piccolo locale che ospita le macchinette scorge due uomini che parlottavano fra di loro fino a prima di notarla, ora la seguono con lo sguardo in silenzio.Elisabetta ...
... fa finta di nulla, è abituata al via vai che c'è nell'edificio e inserisce la chiave nella macchinetta facendosi gli affari suoi.Uno dei due rompe il silenzio e dice rivolgendosi a lei:-Ma tu non sei donna di prima a uficio?-..si.. sono io perchè?L'uomo sorridendole si sgancia dal compare e si avvicina a Elisabetta che col bicchierino di caffè in mano lo guarda con curiosità mentre lui rantola qualcosa in arabo..o indiano, al compare che si allontana immediatamente da loro e va a piazzarsi alla fine del corridoio, una quindicina di metri, di fronte all'ingresso.Elisabetta fiuta la malacarne del suo interlocutore e fa subito mente locale sulle vie di fuga.Il corridoio: no.La finestra: tapparella abbassata, evidentemente no.La porta che da nella stanza di servizio: ovvio che no.La porta che da nell'altro corridoio: si.In questi cinque secondi che Elisabetta impiega per far mente locale l'uomo è già tra lei e le due porte, lasciandole scoperta la via di fuga del corridoio che sa che comunque non potra percorrere, il suo compare infatti fa un cenno da lontano e sorride.-Ee perchè perchè... perchè hai bello culo grande come mi piace ecco perchè..Il cuore di Elisabetta accusa il colpo e una vampata di terrore la investe dallo stomaco alla fronte lasciandola inebetita col bicchierino in mano.A pensar male avevo pensato bene, realizza mentre tenta di scansare l'uomo che per tutta risposta le fa le finte con busto e braccia, come un portiere di calcio, mentre ride e non la lascia ...