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Genesi 2 - grazie luca (seconda parte)
Data: 07/08/2018, Categorie: Tradimenti Autore: yakuba
... alzo, mi levo i pantaloni e le dico di levarseli. Quando si era cambiata non si era messa le mutande e se possibile per questa cosa mi diventa ancora più duro. Si inginocchia mentre io sono ancora in piedi. È meravigliosa. Me lo succhia e mi guarda dal basso verso l’alto. Mi siedo sulla poltrona e lei tiene la bocca saldamente attaccata al mio cazzo, seguendo i movimenti del mio corpo. Chiamo Luca in modo quasi autoritario: “vammi a prendere un po’ di olio”. Mentre Karen continua a succhiarmi Luca ritorna con una tazzina di caffè con un bel po’ di olio. Intingo indice e medio. Metto la tazzina sul pavimento. Faccio spostare Karen che si mette in piedi. È a novanta e mi succhia concentrata e costante; stacca la mano e usa solo la bocca. È davanti a me ma la faccio spostare lateralmente e le faccio mettere le ginocchia sul bracciolo. Le infilo un dito nel culetto. Continua a succhiare ma mugola; ne inserisco un secondo; oltre a mugolare fa delle smorfie di leggero dolore. Giro le dita, le spingo; a poco a poco il sederino diventa accogliente e le sue smorfie spariscono. Accelera tantissimo, al punto che è fastidioso, si tira su; le prendo dai capelli e la riporto al pisello. Si ritira su e mi dà uno schiaffo; poi un altro. La blocco. Non sembra lei. Mi dice (e mi scuso con i miei amici e coloro che leggono omosessuali): “ti accompagni con i frocetti, non è che lo sei anche tu? Frocetto”. Non capisco più nulla. La tengo bloccata. La porto su una sedia; la metto in ginocchio ...
... sulla seduta e le mani sul bordo della spalliera. Prendo la sedia con lei sopra e la porto vicino alla libreria e precisamente dove c’è uno spazio vuoto. Le do due ceffoni, certo non fortissimi ma lei mi guarda quasi sottomessa. Le dico ad alta voce di non spostarsi assolutamente. Vado in camera da letto e prendo due cuscini che vado a mettere nella libreria nello spazio vuoto facendo in modo che vengano un po’ fuori dal bordo della libreria stessa. Vado a prendere la tazzina. Le prendo la testa e la metto tra la spalliera della sedia – all’altezza delle sue mani – e il cuscino quasi bloccandogliela. Non ho bisogno di farlo. Lei si è data a me. Si è consegnata. Intingo il mio cazzo che nel frattempo è in ancora migliore erezione, a fatica, nella tazzina. Poi il resto del contenuto lo verso molto piano su di lei di modo da far scivolare l’olio lungo il solco delle natiche e seguire fino al clitoride. E da lì gocciolava sulla sedia. Vedere la sua reazione con l’olio ha fatto sì che in altre circostanze nella mia vita ho fatto questo. Glielo metto di dietro, piano, deciso e continuo, senza fermarmi. La sento: “aah. Mmhh. Ghhh AAAH”. Le tengo la testa e comincio ad andare avanti ed indietro come un forsennato. Da quel momento solo un delirio con lei che dice “ancora” o la cosa migliore “sono tua”. Avanti ed indietro. Ogni tanto metto il mio petto contro la sua schiena e con la mano destro la masturbo sul clitoride. E lei mi chiede di venirle in faccia. Ho scoperto anni dopo quanto ...