1. Il mio primo racconto


    Data: 07/08/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Sensazioni Autore: Mavis, Fonte: RaccontiMilu

    �Stai ferma, per favore.�Quel tono alto della sua voce, con quella punta di rabbia, mi destarono dal sognare ad occhi aperti, cosa che ormai capitava spesso.�Ti ho detto di non muoverti!�Sono immobile, rannicchiata sul pavimento, lo sguardo rivolto alla finestra, con solo gli slip e un misero lenzuolino azzurro addosso, a denti stretti a causa degli spifferi che passano attraverso il vetro e dalla collera per aver accettato una simile proposta.�Non posso proseguire se non mi dai ascolto.��E tu smettila di rimproverarmi!��Allora non &egrave il caso di continuare. Basta per oggi, rivestiti.�Innervosita dalla risposta ricevuta, non me lo faccio ripetere due volte, mi alzo, mi dirigo velocemente verso il divano dove sono riposti i miei abiti, altrettanto rapidamente li raccolgo e mi lancio dentro al bagno chiudendo la porta dietro di me.Finalmente posso tirare un sospiro di sollievo: sento Nicola nell�altra stanza che impreca e getta a terra qualcosa, un paio di barattoli di latta credo, dato il suono prodotto dall�impatto col pavimento. Sì, dovevano essere quelli che aveva sul tavolino.Apro il rubinetto del lavandino, in modo da potermi sciacquare il viso e sovrastare con lo scorrere dell�acqua, il baccano provocato dalle animate proteste di Nicola.L�acqua &egrave fredda, ma almeno mi calmerà i nervi e mi permetterà di rimanere con i piedi per terra.Alzo lo sguardo e vedo il mio volto riflesso nello specchio; in questo momento i miei occhi sono verdi, quasi delle perle di ...
    ... giada, un verde avvelenato, come il colore delle pozioni delle streghe cattive nelle favole.�Accidenti Nicola! Perché mi hai trascinato in questo tua follia?� mi ripeto a bassa voce, scuotendo la testa. Mi lavo il viso e quando chiudo il rubinetto, sembra che la tempesta nell�altra stanza si sia conclusa; mi siedo sul bordo della vasca e rimango per un attimo immobile ad ascoltare il silenzio dall�altra parte della porta. Sembra davvero finita.Recupero i vestiti che dalla fretta avevo gettato sulla pedana: raccolgo il reggiseno e tento di allacciarlo, ma ho le mani tremanti, come tutto il resto del mio corpo e me ne rendo conto solo ora; non capisco se ciò &egrave dovuto alla scenata di Nicola o a ciò che stavo pensando mentre cercavo inutilmente di essere come lui voleva, immobile. Scuoto nuovamente la testa e cerco di ricompormi in qualche modo, rinuncio nel rimettere il reggiseno, tanto non c�&egrave granché da sostenere quindi posso farne a meno, infilo i jeans, allaccio i bottoni della camicetta, maglioncino e via.Chiudi gli occhi, faccio un profondo respiro e la bocca mi si piega in una sorta di smorfia: �Da non crederci.� Queste parole mi rimbalzano continuamente nella testa.Mentre faccio ritorno in soggiorno, una eccessiva quiete regna nell�appartamento e mi rendo conto che Nicola &egrave uscito. I barattoli di latta sono ancora per terra, i pastelli e i pennelli in essi contenuti sparsi sul pavimento. Anche il cavalletto &egrave rovesciato e la tela che vi poggiava sopra ...
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