1. La mondina


    Data: 08/08/2018, Categorie: Etero Autore: beast, Fonte: EroticiRacconti

    Santina era arrivata a Trino Vercellese con la vecchia e sgangherata corriera, un residuato dei tempi della seconda guerra, probabilmente addirittura della prima. Era scesa con la sua valigia di cartone tenuta insieme dallo spago, si era guardata intorno poi si era accodata alle altre ragazze che stavano dirigendosi verso una grande costruzione di due piani, le avrebbero fatte dormire lì durante il periodo della raccolta. Non era ancora una veterana ma ormai era la terza stagione che faceva. I suoi erano dei braccianti veneti ma a casa loro lavoro ce n’era poco, per cui da quando aveva avuto 15 anni la mandavano in Piemonte a fare la mondina. Era stata un’infanzia dura, aveva cominciato a lavorare appena finite le elementari, andava con i genitori a lavorare nei poderi dei ricchi proprietari terrieri, dormivano in vecchie cascine fatiscenti, senza corrente elettrica, senza riscaldamento. I primi due anni era venuta al seguito di Marika, una cugina più grande, che le aveva fatto un po’ da madre, ma ora era sola, la cugina si era maritata bene e non aveva più bisogno di andare a fare le stagioni. Fare la mondina era un lavoro duro, tutto il giorno con i piedi e le mani nell’acqua, ma la cosa peggiore era stare piegati a novanta gradi per strappare quelle maledette erbacce, ti spezzava la schiena e la sera, subito dopo mangiato, le povere donne crollavano esauste sui pagliericci di quelle lunghe camerate. Anche le zanzare non davano tregua, ma dopo un po’ ti abituavi, quello ...
    ... che invece non dava pace era il mal di schiena. Si chiese come facessero le mondine più vecchie, ce n’erano alcune che avranno avuto quasi quarant’anni, ma ne dimostravano il doppio, dopo un vita di stenti, di freddo, di alimentazione scarsa e squilibrata. La domenica era l’unico giorno di riposo, al mattino si andava a messa, soprattutto per guardare i ragazzi del posto e farsi guardare da loro, ma quasi nessuno osava ad andare oltre gli sguardi, i caporioni stavano ben attenti a tenerli lontani da loro. Non volevano grane, non volevano avere ragazze che litigavano per un ragazzo e soprattutto non volevano che qualcuna rimanesse incinta. Anche a loro era proibito fare troppo le galline con i ragazzi, il proprietario delle risaie era stato ben chiaro, loro erano lì per lavorare e non ci dovevano essere distrazioni. Dopo la messa andavano a mangiare tutte insieme, nell’aia della cascina del padrone si allestivano dei lunghi tavoloni fatti con cavalletti e plance di legno su cui venivano stese semplici tovaglie di cotone. Era l’unico momento spensierato della settimana. Mangiavano, ridevano, chiacchieravano, raccontandosi di quello che le aspettava a casa o dei classici sogni di allora , trovare un bravo ragazzo da sposare e mettere su famiglia. Nel pomeriggio qualcuna se ne tornava a riposare nelle lunghe camerate, altre prendevano una corriera e andavano a fare un giro fino a Casale Monferrato, qualcuna si spingeva addirittura a Torino. Santina aveva legato con due ragazze che ...
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