1. Malta (2)


    Data: 11/08/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: crigio

    La scena che ho appena visto mi ha talmente eccitato che ho anch’io voglia di essere sbattuto da un paio di cazzoni. Allora, faccio la doccia e mi vesto. Esco in strada ed entro in un locale proprio sotto l’albergo in cui alloggia la troia che si è fatta sbattere dai due negroni. Mi siedo al bancone e ordino un cocktail. Qualche minuto dopo un tipo dalla pelle scura si siede sullo sgabello accanto a me, chiede qualcosa da bere e poi mi lancia un’occhiata accattivante. Io ricambio e ci salutiamo timidamente.
    
    “Ciao!”, dico io, istintivamente.
    
    “Ah, sei italiano”, mi chiede lui.
    
    “Sì”, rispondo.
    
    “Io ho giocato in una squadra in Italia. Sai, sono un calciatore professionista. Mi chiamo Robert, piacere!”, si presenta, ponendo l’accento sull’ultima sillaba, alla francese.
    
    “Ah! Giò, piacere mio!”.
    
    “Sono qui in vacanza-premio con due miei amici”, aggiunge guardandosi intorno, “che però sembrano spariti da qualche parte!”, e allunga il collo per cercarli. “Ah, eccoli!”, sbotta infine, rivolto verso la porta d’ingresso.
    
    Rimango basito quando nei loro visi riconosco i due energumeni che si sono sbattuti il ragazzo dell’albergo di fronte al mio. I due negroni si avvicinano al bancone e salutano il loro amico, iniziando a parlottare sottovoce. I tre ridacchiano e Robert continua a fare domande, incuriosito probabilmente dall’avventura che gli altri due gli stanno raccontando.
    
    D’improvviso, mi accorgo che ammiccano verso di me. Io distolgo lo sguardo, imbarazzato, ma ...
    ... Robert mi chiama e mi presenta a loro.
    
    “Jean!”.
    
    “Kevin!”.
    
    Stringo le mani di entrambi, mani forti e dalla stretta decisa.
    
    “Anche loro sono calciatori, ma non parlano molto l’italiano!”, tiene a precisare Robert.
    
    Io annuisco e torno a bere il mio drink. “Senti…”, soggiunge poi. “Ti andrebbe di uscire da qui? Abbiamo un posticino dove possiamo stare più tranquilli”. Io lo guardo per capire che cosa intenda, ma non è difficile intuirlo. Poi, sposto lo sguardo sugli altri due, che sorridono furbetti. Può darsi che anche loro mi abbiano visto oltre la finestra mentre mi godevo lo spettacolo e, riconoscendomi, abbiano detto a Robert che potrei essere una preda appetibile.
    
    “O… ok…”, rispondo. Sorseggio un’ultima volta il drink, lascio i soldi sul bancone e poi usciamo dal locale tutti insieme.
    
    “Noi alloggiamo lì”, mi fa Robert, indicando un edificio alla fine della strada. Si tratta di un residence e non di un albergo. “Sai, in un appartamento è più facile ospitare qualcuno. Negli alberghi fanno troppe domande!”. Ci avviamo e, giunti al portone, tirano fuori la chiave ed aprono. Saliamo al secondo piano ed entriamo nel loft. Jean e Kevin si mettono comodi sul divano dell’ingresso-soggiorno, mentre Robert mi chiede se gradisco qualcosa da bere.
    
    “No, grazie”, rispondo, guardandomi intorno. Poi anche lui si siede e, battendo il palmo sulla poltrona, mi invita ad andargli vicino. Una volta seduto, mi cinge la spalla col braccio.
    
    “Sei timido, eh?”, mi sussurra ...
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