1. Il mio primo pompino - un pompino in corsa


    Data: 13/08/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: muscoloduro

    Erano i primi di luglio, gironzolavo per casa, annoiato. Mi osservavo allo specchio, mi giravo e rigiravo, passavo da un profilo all'altro, tastavo con le mani l'eccessiva dose di adipe, semi nascosta dalla canotta che indossavo, pizzicavo lo strato di grasso della mia pancia sporgente che fuoriusciva dall'elastico dei pantaloncini, che mi stavano cingendo la vita. Non ero obeso, ma decisamente sovrappeso. Il mio corpo, poco tonico, si era rilassato dal tram tram quotidiano imposto dalla lunga convivenza con Silvia, la quale si era appena conclusa. Dopo il lungo periodo di letargo, avevo voglia di uscire, fare nuove amicizie, nuovi incontri, conoscere nuove ragazze, e perché no, farmi delle nuove e soddisfacenti scopate. Dovevo rimettermi in pista. "Dopo 15 anni di convivenza, la troia, decide di mandarmi a cagare, proprio il giorno del mio quarantesimo compleanno, che puttana. Forza Luca, nuova vita. Uno: dare un taglio agli alcolici; due: Dieta; e tre: Sport. Dai che ci rimettiamo in forma e rimettiamo in pista l' arnese" parlavo scimmiottando rivolgendomi alla mia immagine riflessa sullo specchio, lo facevo stringendo tutto il pacco con la mia mano destra.
    
    Ero deciso. La mia casa si trovava vicino al parco cittadino, un luogo diventato punto d'incontro per tutti i podisti della città, non avevo scuse. Il giorno successivo, nel tardo pomeriggio, scarpe ai piedi e i pad alle orecchie, diedi inizio, faticosamente, al mio primo allenamento.
    
    Studiavo il percorso, il ...
    ... punto riservato allo stretching, osservavo i “colleghi” corridori cercando di imitarne lo stile ed il passo. Guardavo le ragazze, gli guardavo il culo, le tette; belle forme esaltate da top e pantaloncini elasticizzati. Osservavo anche i maschi, e non solo per la loro andatura. Correvano bene. Guardavo i loro fisici tonici. Spalle, gambe, addominali, tutti fisici nerboruti. Con un certo disagio, avevo notato che indugiavo troppo a guardare quei corpi mascolini.
    
    Il mio allenamento proseguiva, in un paio di settimane, sebbene non ero ancora riuscito a perdere peso, avevo acquisito fiato e le soste imposte dalla apnee polmonari si erano diradate, permettendomi di completare così tutto il percorso ginnico. Cominciavo anche a fare un cenno con la mano, a mo di saluto, quando incrociavo con lo sguardo gli altri corridori, i quali contraccambiavano sempre con un sorriso. La sosta finale, che segnava la fine dell'allenamento era destinata allo stiramento dei muscoli, questo era motivo anche per scambiare quattro chiacchiere con gli altri sportivi. Ero felice, mi stavo lentamente liberando dall'immagine di Silvia e dal rancore che provavo per lei.
    
    Quella sera, avevo spinto troppo, volevo dimagrire velocemente, avevo fatto numerose serie di steep, aumentando, in tali momenti, di gran misura la velocità della corsa. A termine dell'allenamento, rosso in viso, con una gamba appoggiata alla sbarra, in un delimitatore di area, la schiena e il capo curvi sul polpaccio alzato; teso com'ero ...
«123»