Il mio primo pompino - un pompino in corsa
Data: 13/08/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: muscoloduro
... non mi accorsi di avere accanto una presenza. Mi colse di sorpresa una voce che diceva: : "Buttalo giù questo" disse strizzando il mio rotolo di grasso ingigantito dalla innaturale posizione " che non riesci più a vederti il pisello"
"Amico, lo vedo, lo vedo.... ho la minchia bella lunga" risposi sorridendo mentre tornavo alla posizione eretta.
" Matteo" disse stendendo la mano.
"Luca" risposi, afferrando la presa.
Matteo era di qualche anno più giovane di me, moro di capelli, con gli occhi lucenti di un colore nocciola intenso, il suo sorriso mostrava denti bianchissimi e regolari. La bocca carnosa rosa. La corporatura snella, mostrava un corpo tonico. Si vedeva che era un tipo sportivo. La sua forma fisica mostrava le fattezze di un uomo atto all'attività sportiva anaerobica piuttosto che quella pesistica da bodybuilding. Mi piaceva, aveva una personalità magnetica. Osservavo il suo corpo semi nudo, indossava solo un pantaloncino corto, molto corto. Godevo di quella visione. Sembrava una divinità greca. Una statua di Apollo. I raggi del sole, debole del tramonto, illuminavano il suo corpo sudato, luccicante. Era bellissimo.
Gli allenamenti che avevo svolto nelle successive due settimane, beneficiavano della sua compagnia. Correvamo e parlavamo, uno a fianco all'altro. Matteo era bellissimo, mi faceva sentire a mio agio.
Quel giorno, tardo pomeriggio, Matteo era particolarmente euforico, si vedeva che non aveva voglia di correre, e io con lui. ...
... Nonostante l'ora tarda, faceva caldo. Matteo mi spingeva, mi sfotteva e io stavo al suo gioco.
"Birra?" Mi disse fermandosi di scatto, avevamo percorso solo qualche metro, prosegui: " dai ti offro una birra, oggi non ho proprio voglia di fare un cazzo. Andiamo da me".
Lo seguivo. Ero incuriosito, volevo conoscere meglio Matteo, vedere dove abitava, sapere quali erano i suoi gusti ecc.
Il suo appartamento era una piccola mansarda, non lontana dal parco, arredata con gusto. Il locale era unico, una libreria separava la zona notte da quella giorno; Matteo, in quel buco di casa, aveva ricavato anche una piccolo spazio destinato alla meditazione, incensi, un piccolo Budda e altri oggetti simili. Mi sistemai sul piccolo divano, una piazza e mezza, Matteo apri e sorseggio una birra, passo poi la bottiglia anche a me, sorseggiai a canna dopo di lui. Mi piaceva quel suo essere semplice, senza troppi conformismi. Si sedette al mio fianco. I nostri corpi, costipati dal mini sofà, entrarono in contatto. Le nostre gambe, così come le nostre braccia, si sfioravano. Quel semplice e delicato contatto esercitava su di me una strana sensazione, sentivo un riflusso sanguigno più acceso nell'area dei genitali. Ero eccitato. Sentivo crescere piano, piano il mio uccello in mezzo alle gambe. Matteo, forse accortosi della protuberanza emersa dai miei pantaloncini, accese la tv, sintonizzandosi su un film porno. Le scene, etero, erano di bassa qualità. Matteo sorrideva, il suo odore cominciava a ...