1. Sulla strada


    Data: 15/08/2018, Categorie: Etero Autore: Inchiostro&Miele, Fonte: EroticiRacconti

    Svoltai sulla strada a sinistra, seguito e preceduto da altre macchine; macchine guidate da uomini tristi, soli, come me. Di tanto in tanto, si vedeva un ragazzino con qualche amico. Qualcuno voleva fare una bravata, qualcun altro voleva avere il suo primo incontro con l'altro sesso, con il totalmente-differente-da-sé, con quel sesso debole, gracile, che però ti fa sentire forte, massiccio. Fottere una donna è così, è un vessillo da tenere alto, da mostrare a tutti affinché tutti lo vedano, affinché vedano e capiscano che -tu hai scopato! I fari illuminavano sulla strada buia, sfocata, lasciando apparire sagome femminili arroganti, artificiali, sui bordi della strada. Il loro essere donna era un insistere eccessivo su una femminilità stanca, ma appariscente, una femminilità giullaresca. Con l'avanzare della macchina, alcune scomparivano ed altre apparivano; morivano i volti vecchi e nascevano i nuovi. Era difficile scegliere quale farsi, ognuna aveva un qualcosa di particolare, una sfumatura nascosta da un buccia ingombrante, che ne nascondeva i lineamenti, i contorni. Alla fine scelsi. Quella sera, non so perché, avevo voglia di scoparmi una nera. Le nere mi apparivano indomabili, come dei purosangue, ma anche sporche, e si sa che la sporcizia affascina, che la sporcizia è il fondamento dell'erotismo. Quante volta capita che una ragazza con un difetto, un piccolo difettuccio che la rende sgradevole, piaccia proprio per quel difettuccio? Beh, forse succede solo a me, non so. ...
    ... Ma nello sporco, nel deforme, c'è qualcosa che mi attrae. Avverto come un gusto, un godimento nel pensare che quello che faccio a qualcun altro farebbe schifo, e che questo qualcun altro potrebbe pensare di me "è disgusto". Amo sentirmi minuscolo, sentirmi disprezzato... ma non parliamo di me, parliamo di lei, la nera, la sporca, il mio regalo alle mie perversioni. Era in topless, indossava soltanto un pantaloncino corto, di un fucsia appariscente che brillava all'incontro con i raggi dell'automobile. Era molto formosa, forse anche un po' in sovrappeso. Il suo culo era grosso, molliccio, con evidenti buchi di cellulite. Fu per queste imperfezioni che la scelsi, per confermare questa mia teoria del disgusto, questa teoria che mi impose proprio lei, quella con il fisico più sformato e mollo e flaccido. M'accostai lentamente, e le chiesi il prezzo. Mi sembrava moderato, quindi le dissi di salire. Lei salì. Forse pensava che volessi andare in un luogo più appartato, perché era immobile, come se non sapesse che fare, ma questo era impossibile - che non sapesse che fare -, era palese che faceva da molto questo lavoro, quindi sapeva chiaramente che fare, in un caso come questo. Continuava a non fare niente, così presi io l'iniziativa. Le ficcai una mano nella fessa, brrr, mi vengono sempre i brividi quando infilo le dita in una vagina. Sotto le mani avvertivo una peluria lieve, poco più di una ricrescita. Non mi infastidiva, anzi. Lei allora mi disse Allora lei sembro sciogliersi, ...
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