Valentina, vittima perfetta
Data: 15/08/2018,
Categorie:
pulp,
Autore: Cruel
Valentina è la mia dolce fidanzata, una ricciolona mediterraneo con due splendidi occhioni marroni, una quarta abbondante di tette, un culo sodo e tondo, appena un po' troppo grosso. Una ragazza solare, sorridente... Ecco il tipo di ragazza che io e il mio amico Emanuele abbiamo considerato da un po' di tempo "la vittima ideale". Emanuele è un ragazzo di 10 anni più giovane di me, conosciuto in chat, bisessuale e bellissimo. Abbiamo in comune la passione per le donne, i sottili piaceri bisex ed un estrema tendenza sadica, talvolta illimitata. Tra le nostre fantasie principali c'è quella di rapire e stuprare una ragazza, torturarla ed ucciderla. Il tipo ideale? "una piena di vita" mi ha detto una volta Emanuele, "una dolce, una solare, una sorridente, una come Valentina", non aggiunse altro. Mi tormentai per giorni, da un lato la ragazza che mi adorava e con cui stavo da anni, dall'altra l'opportunità di avere a portata di mano la vittima perfetta, che oltre tutto fidandosi di me al 100%, sarebbe facilmente caduta in qualsiasi trappola. Ebbi il coraggio di confessare ad Emanuele questo pensiero mentre mi leccava la cappella in un pomeriggio estivo, lui aumentò la velocità delle leccate e delle succhiate, disse solo "facciamolo" e sborrai sul suo giovane viso perverso. Un giorno gli dissi "tu come lo faresti?" e lui "nel box, quando rientra con l'auto, le saltiamo addosso, chiudiamo la porta del box e facciamo di lei quello che ci pare", ebbi un sussulto di piacere. Ci aveva ...
... già pensato, ci aveva già fantasticato, di più... aveva già un piano. Nelle settimane successive non potevo non pensare a questa eventualità, la guardavo, bella e sorridente, solare e ignara e mi eccitavo all'idea. Ogni bacio, mi ripetevo, avrebbe potuto essere l'ultimo se avessi detto ad Emanuele che volevo farlo anche io. Una sera, dopo una cena tra amici, rientrammo assieme in con la sua macchina, le dissi che l'avrei aiutata a metterla nel box, scesi con lei, guardai ogni particolare, da dove entrare, dove nasconderci, come agire, mi venne duro ma lei lo attribuì alla sua scollatura..."piccola stupida troia" pensai, quel pensiero istintivo, violento, volgare mi fece quasi sborrare senza toccarmi. Quando rividi Emanuele gli raccontai l'accaduto, sorrideva, felice e perverso come solo lui sapeva aesserlo...mi disse "lo facciamo?" ed io con un filo di voce "si". Era giovedì sera, valentina tornava dalla scuola di ballo, sapevo l'ora indicativa, 23,30/23,45, mezz'ora prima eravamo nel corridoio comune dei box, entrati dietro una macchina con molta facilità, il cancello impiegava molto a richiudersi. Non facemmo nulla nell'attesa, non dicemmo nulla, non ci vide nessuno, nella mia tasca una corda, nella sua del nastro, doveva essere una cosa pulita. La piccola utilitaria di Valentina arrivò silenziosa davanti al cancello, vidi i fari iniziare la discesa, l'auto fermarsi davanti al box, la sua massa riccia sbucare dall'abitacolo, la porta del box aprirsi, i fari le illuminarono ...