1. L'AUTISTA


    Data: 17/08/2018, Categorie: Etero Autore: suve, Fonte: RaccontiMilu

    ... Oppure &egrave un genio che sa recitare benissimo la parte dell�oca. Non lo so e nemmeno mi interessa. Mi interessa, invece, che all�improvviso parve accorgersi che esistevo.Lavoravo nell�azienda da circa un anno quando avvenne il miracolo. La volta successiva che accompagnai il Boss, e dovevo attenderlo un paio d�ore, Milena mi fece accomodare nella sala d�attesa, vicino alla sua scrivania, parlandomi come se fossimo amici, chiedendomi di me, della mia vita, del mio lavoro.Una conversazione contornata di battiti di ciglia, sorrisi splendenti, risatine sceme a mie battute ancora più sceme. Ero giovane ma non idiota e compresi subito il motivo del cambio di atteggiamento. Decisi quindi di divertirmi a sue spese (comportamento che avrei tenuto poi dappertutto in situazioni, tante, similari) e ricambiai l�interrogatorio farcendolo di complimenti per la sua bellezza, il suo lavoro, il suo abbigliamento, il suo profumo��. Oddio, non dicevo nulla di falso, a parte forse l�aspetto lavorativo, evitando accuratamente di lodarla (in quel frangente, lo feci successivamente) per l�intelligenza perché mi feci subito l�idea di avere di fronte una cretina totale (o forse una brava attrice come ho detto sopra).La volta successiva eravamo vecchi amici e si cominciò a andare sul personale. Parlando con lei avevo ampia visuale delle sue gambe nervose coperte, si fa per dire, da una minigonna striminzita. L�accavallarsi e scavallarsi di quelle gambe mi permetteva di conoscere il colore del suo ...
    ... intimo e mentre mi chiedeva dei miei legami sentimentali, parlandomi dei suoi (di cui non mi fregava niente), le fissavo apertamente e alternativamente le belle gambe e il petto florido.Civettuola si slacciò un bottone della camicetta lasciandomi intravvedere l�inizio dei bei seni. Insomma, flirtavamo spudoratamente e manifestai il mio interesse senza remore, a quel tempo non ero sposato. Quando arrivò una chiamata dalla sala riunioni per informarmi che potevo andare a pranzo perché non avevano finito e avrebbero proseguito nel primo pomeriggio, Milena subito mi chiese di farle compagnia durante la pausa. Lei avrebbe mangiato uno yogurt, per la linea, senza uscire. Benché affamato, presi una merendina da un distributore e così �pranzammo� insieme dentro l�ufficio.Beh, se vi aspettate che abbia �giocato� con lo yogurt ed il cucchiaino��� siete nel giusto. Non come un una troia consumata, esasperando i gesti, ma il suo modo di mangiarlo, di leccare il cucchiaino, compresa la goccia bianca residua all�angolo delle labbra, spazzata via da un colpo di lingua �..� era impossibile non immaginare quelle labbra al lavoro su un cazzo duro.E duro lo era diventato il mio guardandola, e lei se ne era chiaramente accorta a giudicare dal suo abbassare lo sguardo e poi rialzarlo sorridendomi maliziosa.Insomma, un siparietto tutto da gustare. Ero partito con l�idea di �giocare� con lei, vedere fino a dove si sarebbe spinta, e invece ero io ad essere diventato impaziente. L�uccello duro nei ...