Il coinquilino siciliano (parte 1)
Data: 17/08/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: scrittoreitaliano
... viso e di annusarne l'odore: era un profumo intenso, quasi pungente, di maschio sudato, che mi eccitava tantissimo e che mi aveva portato, pochi istanti dopo, a poggiare la mia lingua sulla stoffa, proprio nel punto in cui sapevo che Salvo poche ore prima aveva il suo membro. Non contento, avevo cercato nel suo armadio e in un cassetto avevo trovato una scatola semivuota di preservativi. Non ne rimasi molto stupito perché, da quando era single e viveva in città, si era dato a frequentazioni varie, storie di una sera, divertenti e non troppo impegnative. Ed essendo un bellissimo tipo poteva permettersi tante ragazze. La mia curiosità nei confronti della sua intimità non accennava a svanire tant'è che una sera aveva portato in camera una ragazza e, quando era sceso per riaccompagnarla, entrai di nuovo nella sua stanza e presi dal cestino il profilattico che aveva usato. Lo tenevo srotolato e stretto con la punta delle dita, era pieno di sperma e non potetti fare a meno di cacciarmi fuori il cazzo, che nel frattempo si era indurito, lasciarci colare sopra un po' del suo liquido seminale ancora caldo e cominciare a masturbarmi. La mia cappella era gonfia e la mia mano, bagnata del suo seme, scivolava veloce sul mio cazzo, su e giù. Quando stetti per venire, poggiai la mia cappella all'apertura del preservativo e lasciai che i miei schizzi copiosi si andassero a unire al suo sperma. Ero segretamente attratto da lui e, ormai, avevo perso ogni limite. Dovevo fare in modo di vederlo ...
... completamente nudo, ormai questo era il mio obiettivo. E la fortuna sembrò, almeno apparentemente, volermi dare un'altra possibilità...
Tutto accadde un venerdì sera. Nel silenzio e nel buio dell'appartamento risuonava soltanto lo scroscio dell'acqua della doccia. Aprii gli occhi e, con un gesto lento, accesi la luce sul comodino per dare un'occhiata pigra alla sveglia. Erano le diciannove, Salvo doveva essere rientrato da poco dal lavoro. Era una buona occasione e questa volta, dissi tra me e me, ci dovevo riuscire! Mi alzai veloce e, camminando scalzo e in punta di piedi, raggiunsi senza far rumore il corridoio fino alla porta del bagno. Mi abbassai silenzioso e guardai attraverso il buco della serratura, cercando di mettere a fuoco. In quello stesso instante, sentii un rumore dietro di me, mi girai e con grande stupore vidi Salvo che usciva dalla porta di camera sua. Rimase impietrito. Era in ciabatte, aveva un asciugamano che gli cingeva i fianchi e in mano aveva un flacone di shampoo. Ero talmente paralizzato che rimasi in quella posizione. Ci scrutammo qualche secondo.
"Sto cercando il gancetto di un bracciale, mi dev'essere cascato qui nel corridoio..." dissi imbarazzato.
Non so neanch'io dove trovai la lucidità per inventare una scusa più o meno plausibile in quel momento.
"Ah, ti darei una mano ma come vedi sto andando a lavarmi. Ero appena entrato in doccia quando mi sono accorto che il flacone di shampoo era vuoto e sono tornato in camera per prenderne ...