1. Pioggia viola


    Data: 19/08/2018, Categorie: pulp, Autore: samas2

    Sto guidando nel giorno che volge al termine: il cielo si imbrunisce, mentre un tramonto di sangue colora le nuvole. Vento gelido, ma non soffro il freddo: sono abituato a molto peggio. Le luci dei lampioni e delle insegne sembrano inseguirsi e lasciano una fugace traccia sul parabrezza e nei miei occhi. Periferie dell’impero di questo mondo in disfacimento, si vendono. Spinte dal bisogno, affittano i loro corpi a uomini senza volto per surrogare un amore per il quale non sembra esserci più posto. Stiamo diventando sempre più vecchi. I cani ci donano il loro affetto e hanno preso il posto dei bambini. Non sono migliore di tutti questi uomini, anzi sono di gran lunga peggiore. Amch’io ho cercato un amore mercenario, senza preoccuparmi d’altro se non di me stesso, di scaldare quel gelo che sentivo dentro. Poi ho incontrato Baako. Giovanissima, portava il fascino misterioso della sua Africa, della terra rossa, degli acquazzoni improvvisi e violenti. Adorai dapprima il suo corpo, la sua serica pelle d’ebano e gli occhi di velluto nero. Impazzivo per quel culetto all’insù per quelle tettine perfette, compatte, dure. La sua figa un meraviglioso fiore rosso che sbocciava da un boschetto di radi riccioli neri. Fra le sue braccia tutto cambiava. Rimanevo talvolta solamente a parlare con lei e a guardarla. Imparai ad amare Baako, non solo il suo corpo. La desideravo, avrei voluto strapparla da quella vita. Maturammo pian piano l’idea di scappare insieme. Fissammo un appuntamento, ...
    ... pianificammo la fuga. La parte più rischiosa era eludere la sorveglianza dei tre criminali che controllavano le ragazze, e che avevano instaurato un clima di terrore, dominando incontrastati, con ferocia il loro territorio. Non era mai arrivata al randez vous. Scoprii in seguito, che una volta scoperto il suo tentativo di fuga, si era rifiutata di fare il mio nome e il luogo dell’appuntamento per salvarmi e per quello era stata seviziata fino a morirne. L’avevano ammazzata e spento in me quella luce che illuminava i miei occhi. Il terrore che quei tre incutevano nelle ragazze, associato ai riti Voodoo che praticavano, aveva creato un clima di omertà e il crimine era così rimasto impunito. Con pazienza e discrezione, indagando, le tessere del mosaico combaciarono e tutti i miei sospetti trovarono conferma. Era inutile parlarne alla polizia: non avevo né prove, né soprattutto, testimoni. Feci a modo mio, seguendo il mio codice d’onore. Sono passati tre anni, ma, nella mia mente, tutto è vivido, bruciante come stesse accadendo; rivedo tutto. Sono appostato a circa 250 metri: li aspetto, sono un tutt’uno con gli alberi che mi circondano. Il VSS Vintorez che ho portato fra mille peripezie in questa terra, e che giaceva nascosto in un luogo sicuro, è di nuovo al mio fianco. Vedo le due auto che si incontrano come di consueto in quel luogo appartato, suppongo per fare il punto della situazione. I due occupanti di una, scendono e si avvicinano a una figura che li attende nell’altro ...
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