Urgenza di tenerezza
Data: 21/09/2017,
Categorie:
Etero
Sensazioni
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
Tu, in quella circostanza, uscivi di fretta dal negozio di calzature, effettivamente incantevole e vistosa, per il semplice fatto che guardarti era proprio un piacere per gli occhi, precisamente là t’ho visto sogghignare verso Caterina, t’ho adocchiato ironizzare così come bersagli candidamente la vita tempestandola a modo tuo, il mio cane si è frattanto accostato nei tuoi paraggi, per il fatto che captava il desiderio che aveva il suo amico di collegare parole con quella aggraziata e piacevole giovinetta, però, che bizzarro modo d’agire quello dei bipedi avrà certamente considerato. Tu mi illustri fervidamente sennonché imprese, mi esponi vissuti calorosi sul tuo conto, mi ripeti espressioni del momento, mi parlotti di te, io ti riferisco di me, tu sorridi beatamente scuotendo felicemente la testa, intanto che maliziosamente m’annunci: “Non avevo dubbi, sei rimasto eternamente uguale, ma quando migliorerai?”. Attualmente mi proferisci di lui, lui è distante per svolgere un delicato stratagemma lavorativo, io ti squadro e t’invito, tu mi esamini e infine accetti, caro mio cagnolone stasera la scarpinata sarà indubbiamente più striminzita dell’annunciato, porta pazienza, sono certo che ti rifarai velocemente. E’ sera, la notte s’avvicina, per vederci abbiamo prescelto un luogo solitario e volutamente fuori mano, tu sei impegnata, al momento non è benefico né vantaggioso farsi vedere in automobile andando incontro alla notte insieme a un ex, cosicché giriamo a vuoto in lungo ...
... e in largo, il calore nell’autovettura aumenta e non per il riscaldamento dell’abitacolo, là di fuori piove, ci fermiamo, quello che volevi, quello che ambivo. Tu mi riferisci che assieme a lui non è come era con me, c’è poca fantasia, una modica intesa, un’insufficiente complicità, questo tu lo enunci esprimendolo come se stessi creando una scusante perché sai che tra poco sarò dentro di te, uscire da soli di notte io e te, sì, lo sapevi, lo immaginavo, la tua mano m’accarezza il collo e sai molto bene che questo gesto io lo adoro parecchio in automobile. Entrambi non abbiamo voglia di cercare un hotel, siamo protetti dalla pioggia, abbiamo tutto quello che ci serve tu, io, la connivenza della notte e l’affiatamento della pioggia, ci spostiamo sul sedile posteriore, ricordi questi eventi? Rammenti la prima volta m’hai acciuffato così, certo, ma adesso sei cresciuta, non sei più una diciassettenne assatanata, eccitata e curiosa. Tu sei a cavallo sopra di me, seduto sul sedile posteriore io ti spoglio, il leggero vestito è cascato scoprendo la tua cute, incurvi la schiena rivelandomi quanto il tempo sia stato magnanimo e prodigo: “Dai, sfilati il reggipetto” - ti espongo io, intanto che le tue floride e sviluppate tette sobbalzano. Le tue scure aureole sono piccole ma stuzzicanti, i capezzoli sono irti, tu attribuisci la negligenza al freddo, io adoro il tuo innocente impaccio, la tua candida e smaliziata remora è accompagnata da quel naturale disagio, quella che non dovrebbe ...