1. Questo Bella non lo sa


    Data: 26/08/2018, Categorie: pulp, Autore: senzaidentità

    ... bilancio della sua economia. Neta aveva Flori in braccio molto piccolo, magra da sembrare uno scheletro senza più ventre e seno quando un parente venne a battere sul miserabile uscio della loro casa. La notte passata era stata cattivissima. Il marito s'era agitato nel sonno in continuazione svegliando anche il bambino, con la gola in fiamme a causa dell'incessante tracannare raki, la grappa locale, non sapendo in che altro modo affrontare i molti lutti che si aggiungevano alla loro fame. Si era levata dal loro talamo indossando cenci e - era sveglia ancora oggi poteva giurarlo- raggiungendo la cucina uno svenimento l'aveva fatta stramazzare con la tempia contro lo spigolo del tavolo. La sorella partita un giorno addietro le era di fronte, davanti ai tizzoni sfrigolanti del camino. Solo era diversa da quando era partita. La sua pelle che conosceva come la più bianca e serica tra quelle di tutte le donne di Ballsh era squamosa, gonfia e rossa al modo della pelle che hanno i morti d'annegamento. “Ti ho disturbata? Mi spiace Neta, dolce sorella. Senti, un minuto e poi devo scappare, non ci vedremo mai più. Domattina verranno a portarti il mio Dasho che ancora io allatto ma tu non preoccuparti di questo. Giurami soltanto che lo terrai al pari del figlio tuo e che saranno fratelli. A nessun altro lo dovrai affidare.” Aveva giurato, lo ricordava, le fiamme si erano riprese sbranando l'immagine della sorella. ...
    ... All'apertura dell'uscio trovò uno dei cugini del marito, reggeva su un solo forte braccio, tozzo e corto, stanco del lavoro di chi ci si da dà fare e senza sosta con le braccia; il piccolo Dasho che si ciucciava il dito. "Ecco, di questa creatura sei la zia. Tua sorella e Laurent sono annegati." "Stanotte?" "Si, stanotte. Pare non ci vogliono sull'altro lato della costa, si sono scordati quelli là di quando erano loro che andavano in America ad elemosinare pane e hanno affondato la nave Sibilla." L’uomo l'aveva lasciata, sputando a terra, con il nuovo lattante stretto al petto. Dasho e Flori crescevano assieme più o meno serenamente ma la notte dall'asse che era branda per lui e per il fratello udivano i litigi della madre e di quello che reputavano il padre di entrambi. "Se tua sorella ci doveva mandare un altro in casa almeno ce lo avesse spedito abbastanza grande da lavorare. Non ci serve un'altra bocca a cui dare da mangiare." Dasho si era alzato piano piano per non spezzare il sonno del fratello, dalla chiocciola della piccola scala di legno vide la scheletrica Neta nel gesto ardito di mostrare la lama del coltello estratta dal pane duro, faticoso a tagliarsi, a suo marito. "È l'ultima volta che fai certi discorsi. Se vuoi il divorzio raccolgo la mia roba e torno a casa di mio padre immediatamente ma tieni a mente che da te io mi separo. Da mio figlio e mio nipote.... Mai.” Questo Bella non lo sa. 
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