Matilde 02-13 - l'inevitabile
Data: 27/08/2018,
Categorie:
Lesbo
Autore: Alex46, Fonte: Annunci69
... senso preciso. Avrei voglia di un bel dildo, talmente mi sento troia con queste tre dita dentro. Ma sono pigra, anche il dito nel culo è un di più e faccio troppa fatica a smanettarmi così da sola. Così mi accontento, paga di quello che già vivo, dell’eccitazione meravigliosa che Debra mi sta regalando, perse nel nostro piccolo mondo, dove il tempo si è fermato, anzi è ritornato, come in sogno.
Sono gli ultimi attimi prima dell’acme, quando tutto il corpo si prepara a prostrarsi di fronte all’esplosione definitiva.
È Debra ad annunciarla per prima: - Ecco, amore, ci sono quasi. Sto per venire. Guardami , piccola.
Si irrigidisce di colpo, scossa da un unico, lungo fremito che la fa vibrare violentemente, si inarca in maniera innaturale mentre spinge in avanti il bacino con sussulti sempre più frequenti, due dita si sostituiscono all’impugnatura della spazzola, entrano ed escono dalla figa, cercano di toccare il punto di maggior piacere, alla facile ricerca del mitico punto G, trascinando all’esterno piccoli fiotti di liquido che cola per giù per le cosce fino al lenzuolo.
Non resisto. Intensifico i movimenti come una folle finché non avverto i primi sussulti del piacere. Mi inarco, spalancando le gambe sino allo spasimo, con lo sguardo annebbiato, fisso sul pube di Debra.
Il suo culo si scuote con spasmi sempre più brevi e frequenti, la sua voce scandisce per me i tempi del suo orgasmo: - Sta arrivando, amore, lo sento. Sì, sìì. Sìììì, vengo. Guardami Matilde, ...
... vengooooooooo... ahhhgghhhh... godoooooo.
Urlo anch’io insieme a lei, spaccandomi, aprendomi tutta, fremendo, spazzata via da qualcosa più potente di ogni sensazione mai provata.
Ogni fibra, ogni cellula sembra aprirsi, tendersi, premere verso l’esterno come se volesse schizzare via. Vedo l’orgasmo squassare il corpo di Debra, sbatterla come una bambola senza senno, preda di una specie di delirio tremante.
Ci abbandoniamo all’inevitabile, vittime dei nostri eccessi, dei nostri corpi scossi, dal contrarsi e rilasciarsi dei muscoli, dalla tensione spasmodica degli arti. Sfilano via i secondi, poi l’afflosciarsi dei corpi, sacchi svuotati, privi di energia e volontà. I muscoli si rilassano, gli occhi rimangono socchiusi, le cosce rilasciate, le fighe fradice, inzuppate di miele.
Il petto si solleva con sempre minor frequenza e il respiro riacquista il ritmo normale. Debra è sdraiata sul ventre, prona e affranta. Io giaccio supina con le gambe larghe, distrutta.
Abbiamo goduto insieme, un orgasmo folle, assoluto.
Per lunghi istanti abbiamo appena la forza di sorriderci, restando accasciate, a lato l’una dell’altra, guardandoci così sfinite, come se fosse la prima volta, immerse in un’intimità sconosciuta, dall’acre sapore di sudore e secrezioni vaginali.
Mi avvicino, le sfilo dal retto che lo avvolge ancora il cilindro di plastica, unto di umori anali, di mucosa. Resto a osservare il culo richiudersi, ritornare come prima prepotente e perfetto, come un sipario ...