1. Da collega a amico, da amico a ... (parte ii)


    Data: 04/09/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: kingSAZ

    Mi tiene premuta la testa sulla scarpa per qualche secondo, sento che ride, quando alzo lo sguardo non c'è più il collega, ne' l'amico. C'e' un soddisfatto terrone tamarro che ride beffardo. Nella sua patta un gonfiore cresce...
    
    ...Ci mettiamo in macchina, io alla guida, lui seduto di fianco a me, la mano sul pacco. Nel più profondo silenzio Milano scorre dai finestrini. Mentre scalo una marcia, la sua mano afferra la mia. Deciso. La posiziona sul suo pacco, su quel poco di pancetta pelosa. Me la infila sotto la cintura di Armani, dentro i jeans di Calvin Klein, sudati dai bagordi in discoteca. Sento l'elastico delle mutande, vado dentro, e una cappella calda, bagnata di pre-sperma mi tocca le dita. La palpo, scorro lungo l'asta con difficoltà, un po' per la posizione scomoda, un po' per l'ansia di guidare ubriaco con una mano sola, un po' per l'enormità del cazzo che sento. Ma è davvero il mio Roby? Il mio amico tutto figa e stronzate con cui ridevo fino a venti minuti fa? L'ho visto mille volte sotto la doccia in palestra, e quel cazzo non può essere il suo. E' troppo grande, non lungo, ma largo davvero tanto.
    
    lo afferro, ripasso le dita sulla cappella. Ma devo tirare fuori la mano, siamo arrivati sotto casa sua. Lui mi guarda un'ultima volta, scende dall'auto senza neanche salutare. Sbatte la portiera, SBAM. Sono solo, lo vedo entrare nel portone senza voltarsi, solo quel bel culo sodo fasciato dai jeans. Porto la mano alla bocca, tra l'indice e il medio rimane un ...
    ... po' di sperma. Lo assaggio, è amaro, ma a me sembra ambrosia.
    
    La notte passa agitata, ho un'erezione continua che non si placa nemmeno con le due seghe della sera, e la prima della mattina.
    
    Sabato non ho sue notizie, non risponde alle mie chiamate. Domenica penso tutto il giorno a lui, ma ho da fare, ho degli amici da portare in giro per la citta'. Non mi faccio sentire, spero che lo faccia lui, ma
    
    Non vedo l'ora di arrivare in ufficio, anche se il lunedi' e' il giorno che odio di piu'. Arrivo prima di lui, prima di tutti. Lui arriva, passa vicino alla mia scrivania e mi fa appena un cenno con la testa. Va a parlare con la nuova segretaria con cui gareggiavamo a far gli scemi fino a ieri. Non mi chiama per la pausa caffè, ne' la mattina, ne' il pomeriggio. A tavola a mensa i nostri guardi non si incrociano mai. Di pomeriggio, sono a fumare all'ingresso del palazzo con un altro collega. Lui scende, se ne va a casa, mi dice:
    
    - Oggi niente palestra. Ho da fare. Ciao. -
    
    Poi prende a chiacchierare con il mio collega e lo convince ad andare con lui. Rimango solo, per la seconda volta in meno di 24 ore, a osservare il suo culo che se ne va.
    
    Che cazzo succede? Dove e' il mio amico che ha reso questo ufficio come una seconda casa? Possibile che per lui era tutto così fragile che si e' potuto disintegrare in un attimo? Non ci capisco piu' niente. Risalgo al mio piano, prendo le mie cose e mi faccio un giro in macchina. Passeranno forse dieci minuti, forse ore, il tempo ...
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