1. Da collega a amico, da amico a ... (parte ii)


    Data: 04/09/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: kingSAZ

    ... scorre tra mille pensieri.
    
    Quando sono al supermercato a pochi passi da casa sua però non resisto. Lo chiamo e gli faccio:
    
    - Ue' tutto apposto? -
    
    - Sì sì, perche'? - mi risponde
    
    Come perche'? Io non lo riconosco piu' da tre giorni e per lui va tutto bene.
    
    - Che fai? -
    
    - Ah niente sono a casa, non mi va di uscire. Se vuoi passare porta due birre, se no ci vediamo domani in ufficio -
    
    Non ci penso un attimo. Vado da lui. Come entro lo trovo al tavolo della sala, le gambe oscenamente aperte dentro un pantaloncino corto, nonostante sia ancora Marzo. Mi guarda sorridente come sempre.
    
    - In ufficio mi sei sembrato strano, pensavo, non so, che ti fossi pentito, o arrabbiato, o che ne so -
    
    - Madooo - risponde - peggio di una femmina sei. Sti sentimenti da frocio io non ce li ho, te li lascio a te, mo vieni qua, poggia le birre sul tavolo e inizia a succhiarmelo -
    
    Non credo alle mie orecchie.
    
    - Succhiarti che Roby? -
    
    - E che? Sto cazzo - e mentre si fa una risata, se lo tira fuori già duro.
    
    Lo vedo per la prima volta, è enorme, sarà lungo 17 cm, ma largo che ne so, sugli 8cm almeno. Una lattina di coca-cola insomma. Poggio le birre e mi fa:
    
    - Queste sono tutte e due per me ovviamente, che a me i pompini mi fanno venire sete -
    
    Mi prende la testa e me la mette sul suo cazzo.
    
    Ingoio la cappella, la tiro fuori e la osservo da vicino, passo la lingua su tutto il cazzo. Voglio misurarlo, voglio farlo mio, voglio leccare ogni centimetro. Ma il ...
    ... terrone non vuole giocare, non vuole farmi divertire. Lui vuole solo godere. MI apre la bocca con le dita e me lo infila in gola. Lo sento aprirmi la bocca, sento la cappella che raspa il palato, le tonsille. Fa dentro e fuori come fossi una bambola gonfiabile, senza ritegno, come fossi un oggetto.
    
    - Attento ai denti - mi dice - Non mi voglio far male o son schiaffi - e per dimostrarmelo mi da uno schiaffo in faccia così forte che sento la guancia vampare.
    
    Inizio a succhiarlo come una troia, la saliva gli cola sull'asta, sulle palle e sulla sedia su cui è seduto. Intanto beve e mi poggia la bottiglia ghiacciata tra i capelli che mi tira con l'altra mano.
    
    - Brava puttana, me lo potevi dire prima che succhiavi così bene, eh? -
    
    Non riesco a rispondere, ho la bocca devastata dalla trapanata.
    
    - Guarda come lo succhi, ma io non ci vado piano solo perché eravamo amici, io ti sfondo questa cazzo di bocca troia - mi dice.
    
    E mentre ride, gli parte un rutto sonoro per la birra, che lo fa ridere ancora di più. Mi sfila il cazzo dalla bocca, respiro finalmente e ho le lacrime agli occhi, mi alza la testa verso di lui.
    
    - Che fai piangi? - e mi sputa in faccia, io lecco il suo sputo e ingoio.
    
    - Brava, ora lecca la tua bava di merda che mi è colata sui coglioni -
    
    Quelle belle pelose palle da torello che si ritrova sono in effetti tutte bagnate. Gliele lecco, ne metto una in bocca, poi l'altra, poi tutto lo scroto. Gode, si sega.
    
    - Sto per arrivare - mi dice - ...